Ci sono moltissimi italiani “rigoristi” a prescindere dalla credibilità del governo. Uno di questi è Toni Capuozzo, storico giornalista di Mediaset, secondo cui politici e scienziati in Italia l’hanno persa. «Ci è stato detto: chiudiamo per salvare il Natale, ma adesso chiudono il Natale per evitare la terza ondata», osserva nell’intervista rilasciata a La Verità. E avverte: «L’autorità necessita di autorevolezza». L’Italia, quindi, è tutt’altro che modello di gestione della pandemia: «Mi fa rabbia sentir dire che l’Italia è un modello che altri studiano. Forse per non ripeterlo». Una cosa è certa: questo lockdown è molto più indigesto del primo anche se meno restrittivo. «Il primo aveva il sapore della novità. In più eravamo accompagnati – io no – dall’illusione che sarebbe andato tutto bene. Una sorta di premio al sacrificio». Ora invece regna la confusione, ma non dovremmo esserne sorpresi. «Da questo governo, nato per scampare le elezioni, non si può pretendere una visione di lungo periodo».
TONI CAPUOZZO “PANDEMIA ERA UN’OCCASIONE MA…”
Lo prova il dibattito sul Recovery Fund. «Le letterine di Natale dei bambini sono più articolate e precise dei nostri piani di rinascita», l’osservazione amara di Toni Capuozzo a La Verità. Per il giornalista di Mediaset e scrittore le accuse agli italiani riguardo gli assembramenti in strada non solo sono fastidiose, ma nascono «le responsabilità di chi invece di prepararsi all’arrivo della stagione fredda, pensava ai banchi a rotelle e alle elezioni regionali». L’informazione avrebbe potuto fare di più, inoltre. Il riferimento di Toni Capuozzo è anche alla vicenda dei verbali delle riunioni del Comitato tecnico scientifico che sono stati secretati e all’inesistenza del piano pandemico. «In assenza di trasparenza servirebbero inchieste capaci di aprire cassetti e rompere lucchetti». Inoltre, si aspettava che il governo fosse più responsabile, lavorando di concerto per varare misure condivise, ma non mancano critiche al centrodestra. «Anche l’opposizione si è adagiata nel copione. In piena emergenza, con l’eccezione di Berlusconi, tutti hanno fatto campagna elettorale».
Toni Capuozzo si aspettava di più anche dalla Chiesa durante la pandemia: «La cosa peggiore è l’assenza di punti di riferimento. La pandemia era ed è l’occasione per affrontare problemi sempre accantonati come il fine vita». Nell’intervista rilasciata a La Verità il giornalista di Mediaset ha parlato anche della ricostruzione: «Abbandonerei la strategia degli aiuti e dei bonus. Ma temo sia difficile considerato che al governo ci sono il partito dei sussidi e il partito dello Stato». E vorrebbe che ogni investimento avesse come condizione la creazione di posti di lavoro, anche sul fronte digitalizzazione. «Dev’essere ponderata dalla creazione di nuove professionalità».