Toni Capuozzo, noto inviato di guerra, è stato intervistato ieri dal programma di Rai Radio 1, Giù la maschera. Si parla della stampa che sembra stia riproponendo negli ultimi anni le logiche urlate dei social media: “Sono d’accordo – spiega Toni Capuozzo – i nostri organi di informazione si socializzate, hanno preso gli aspetti più negativi dei social, che rimangono un importante mezzo di comunicazione soprattutto in alcuni Paesi controllati ma sono anche portatori di un pensiero estremizzato, è tutto molto urlato con un clima equiparato spesso al tifo da stadio”.



Toni Capuozzo ha aggiunto, parlando delle guerre: “L’odio sembra essere più forte quando c’è una specie di intimità e vicinanza. Io ho imparato tanto nei Balcani e se noi paragoniamo alla seconda guerra mondiale, è una guerra feroce, ma a guerra finita c’era stato un addio alle armi.I tedeschi, che nell’ultimo periodo della seconda guerra mondiale sono stati una potenza occupante in buona parte dell’Italia, due anni dopo erano turisti sulle nostre riviere adriatiche”.



TONI CAPUOZZO: “LE GUERRE CIVILI E ETNICHE SONO COME I FEMMINICIDI”

E ancora: “Invece le guerre, soprattutto quelle civili, etniche, che hanno segnato molto e che in parte naturalmente caratterizzano anche il Medio Oriente, sono guerre tra intimi, tra persone che parlano la stessa lingua, che si insultano e si odiano nella stessa lingua e che in qualche modo devono scavare il passato in questa intimità, in questa intimità la cui memoria li offende. Se posso fare un esempio doloroso, è come gli omicidi delle donne, che quasi mai sono compiuti da persone che non le conoscevano, sono tutti gesti criminali compiuti da persone che erano state intime, un ex marito, un ex amante, un ex fidanzato e che trasformano l’amore sbagliato che provavano in una furia ceca. Credo che molti dei conflitti di oggi, compreso quelli in corso tra ucraini e russi, israeliani e palestinesi, siano segnati da questa vicinanza obbligata, forzata, di queste separazioni difficilissime che stravolgono la vita delle persone”.



Un lungo preambolo per aggiungere: “Questo non spiega perché noi italiani che non siamo coinvolti in prima persona né in Ucraina né in Israele o a Gaza poi ci schieriamo in maniera così lapidaria su un fronte o sull’altro e devo dire a me quello che colpisce sempre è che gli esperti moderati che nessuno può accusare di estremismo poi vengono additati come estremisti o fanatici”. Ma questo ‘imbarbarimento’ ci sarebbe stato comunque anche senza i social? “Credo che i social – spiega Tony Capuozzo – avrebbero contribuito naturalmente a questa estremizzazione del dibattito. Credo che sarebbe avvenuto comunque”. E ancora: “Dobbiamo considerare anche che dietro a grandi fatti appunto come Covid, Ucraina eccetera ci sono delle campagne di comunicazione a livello internazionale molto forti che indirizzano già l’opinione pubblica e che di solito non vengono abbastanza analizzate dai media perché questo accentua la polarizzazione”.

TONI CAPUOZZO: “HAMAS E ISIS SONO DIVERSE”

Sui talk show che spesso e volentieri si trasformano in risse in diretta tv: “Secondo me sta provocando un effetto boomerang, nel senso che poi alla fine il pubblico è stufo di sentire sempre queste risse. Il mio auspicio è che ci sia una parte dell’opinione pubblica al di là di quella che può essere l’idea di base o l’orientamento politico di destra o di sinistra o quant’altro, che vuole capire, vuole riscoprire in fondo quella che è stata la virtù più alta nei momenti migliori del giornalismo”.

Tony Capuozzo ha concluso parlando delle differenze fra Hamas e lo Stato Islamico che invece a volte vengono equiparati in tv: “Sono molto diverse perché Hamas è un’organizzazione di massa, se così si può dire, con radicamento sul territorio, con una presenza su attività caritatevoli, che si è affermata contro la diligenza palestinese moderata sventolando la bandiera delle onestà di mani pulite, potremmo dire. Anche l’impronta religiosa è più flebile nel Hamas”.