Tonina Belletti, la mamma di Marco Pantani, non si è mai arresa di fronte all’esito dell’inchiesta sulla morte del figlio, avvenuta nel febbraio del 2004, proprio nel giorno di San Valentino. Una morte intrisa di mistero e molti dubbi e che, secondo la donna, è ben distante dalla tesi del suicidio che si è tentato di far credere in questi anni. Dal giorno della sua morte, la donna cerca le risposte che ancora non le sono state fornite e con il coraggio che solo una madre può avere ha persino accettato di incontrare lo spacciatore che fornì l’ultima dose forse letale al Pirata. “Chi sa parli, ma in questi anni ho capito quanti vigliacchi ci sono”, aveva tuonato nei mesi scorsi sui social, in occasione del sedicesimo anniversario della morte del figlio. Mamma Tonina ha sempre sostenuto una tesi rispetto alla quale non ha mai indietreggiato di un solo centimetro: Marco Pantani glielo hanno ucciso. Lo ha detto anche nel corso di una intervista all’inizio della passata stagione televisiva, a Mara Venier, durante una puntata di Domenica In che la vide ospite ed alla quale asserì con certezza: “Ho tanti dubbi, quando ho saputo della sua morte ho sempre pensato che l’avessero ucciso e oggi di più. Lui amava troppo la vita”. A suo dire, anche dopo la sua morte nessuno si fece vivo, “neanche la federazione”. “Lo hanno lasciato solo, ci hanno lasciati soli”, aveva detto in quella circostanza.
TONINA, MAMMA MARCO PANTANI: LA DONNA NON HA MAI CREDUTO AL SUICIDIO
Tonina, mamma di Marco Pantani, non ha mai nascosto il fatto che suo figlio fosse legato fortemente alla vita al punto che non avrebbe mai potuto rendersi autore di un suicidio. “Marco ha cantato fino agli ultimi giorni, aveva il Karaoke in casa, era una persona tranquilla”, aveva raccontato. La donna aveva poi manifestato il suo fastidio verso coloro che si erano “accaniti” su di lui anche quando era in vita. Il riferimento è alla vicenda di doping in cui il Pirata rimase coinvolto nel 1999 e che fece molto soffrire anche la madre: “Quello che mi ha dato più fastidio di questa faccenda è che dopo il ’99 hanno detto di tutto e di più. L’hanno fatto passare per doping, ma quell’esame col doping non c’entrava niente”. Quel fatto ferì così tanto nell’orgoglio Marco che decise di chiudere con il ciclismo. Quell’etichetta di “dopato”, ha spiegato mamma Tonina, fu sufficiente a distruggere la vita del figlio ed a spingerlo nell’inferno della droga. “Dopo il giro ha iniziato con la cocaina, poi ne era uscito. Io ho fatto di tutto, sono andata anche a litigare con gli spacciatori, ma alla fine lui stava bene”, aveva raccontato ancora in tv la donna. Fisso nella sua mente resta quell’ultimo indelebile ricordo: si tratta dell’ultima volta che lo vide in vita, a Milano. C’entrava la droga. La donna lo vide litigare, svenne e dopo allora “l’ho rivisto morto”.