Si rivela molto interessante la lettura del resoconto stenografico della seduta del 27 maggio nell’Aula del Senato. In particolare, l’interrogazione con richiesta di risposta scritta da parte di Danilo Toninelli al presidente del Consiglio Mario Draghi sui migranti. È senza dubbio interessante che rivolga certe domande al premier, anche perché se qualcuno le avesse rivolte a lui, probabilmente se ne sarebbe uscito con quei “non ricordo” che ha rifilato al Gip di Catania che ha poi prosciolto Matteo Salvini dall’accusa di sequestro di persona. Fa specie, dunque, che ponga dei quesiti a cui lui non ha saputo rispondere pur essendo stato ministro nel governo M5s-Lega. L’ex responsabile di Trasporti e Infrastrutture ha rivolto cinque domande a Mario Draghi. In primis, vuole sapere «quale politica in materia di gestione dei flussi migratori il Governo intenda adottare, con particolare riguardo ai meccanismi di redistribuzione dei migranti tra i Paesi europei e ai rimpatri per chi non ha diritto alla protezione umanitaria internazionale». Evidentemente ha dimenticato di aver rivendicato l’accordo sulla redistribuzione dei migranti e gli sbarchi.



LE DOMANDE DI TONINELLI A MARIO DRAGHI

Ma Danilo Toninelli ha chiesto al premier Mario Draghi anche quali sono gli orientamenti che stanno emergendo nel contesto europeo sul tema e «quali accordi con i Paesi africani di origine dei flussi migratori siano in corso di definizione». Ma perché Danilo Toninelli rivolge questa domanda al presidente del Consiglio? Francesco Storace sulle colonne de Il Tempo ricorda a tal proposito all’ex ministro che dovrebbe rivolgere la domanda al collega di partito Luigi Di Maio, visto che gli accordi bilaterali con i paesi terzi per i rimpatri deve procurarli il ministro degli Esteri. Ma non è finita qui, perché l’esponente M5s vuole sapere anche «quale sia il numero dei soggetti effettivamente rimpatriati a maggio 2021». La domanda più curiosa è quella che se fosse stata posta da un politico della Lega avrebbe scatenato accese polemiche. Vuole infatti sapere «a quanto ammonti il numero complessivo dei migranti in quarantena, in quanto soggetti positivi all’infezione da COVID-19 e quale sia la correlata spesa pubblica per l’assistenza sanitaria». In generale, comunque, i numeri sugli sbarchi sono presenti nel “cruscotto” del Ministero dell’Interno. Al 26 maggio i migranti sbarcati nel corso del 2021 sono 13.766, a fronte dei 34.154 sbarchi del 2020 e degli 11.471 sbarchi dell’intero 2019.



Leggi anche