Si continua a dibattere sul Mes sia all’interno della Maggioranza quanto nell’Opposizione, e i politici italiani sembrerebbero essere schierati in due grandi fazioni: da una parte chi è favorevole all’utilizzo dei soldi del fondo salva stati, in primis il Partito Democratico e Forza Italia, dall’altra, chi invece si oppone, a cominciare da Movimento 5 Stelle e Lega di Salvini. Ieri ha fatto il giro del web l’appello di Nicola Zingaretti, il segretario generale dei Dem, che attraverso una lettera pubblicata sul Corriere della Sera ha chiesto al governo di non tergiversare, utilizzando appunto il Mes. Parole a cui ha replicato stamane l’ex ministro dei trasporti Danilo Toninelli, in quota al Movimento 5 Stelle, che attraverso i microfoni di Agorà su Rai Tre ha specificato: “Dobbiamo partire da una domanda: oggi abbiamo le condizioni e i nuovi regolamenti del Mes? no, abbiamo ancora i vecchi regolamenti. C’è una promessa, ma va messa ancora nero su bianco, se verranno tolte le condizioni di rigidità allora si potrà aprire un dibattito, oggi il Mes è un cappio al collo per l’italia, un rischio”.



TONINELLI: “C’E’ IL RECOVERY FUND, 170 MLD DI CUI LA META’ A FONDO PERDUTO”

Secondo Toninelli bisognerebbe invece concentrarsi sul Recovery Fund: “C’è il Recovery Fund – ha aggiunto – 170 miliardi di euro di cui la metà a fondo perduto, e dobbiamo portarli a casa. Se noi parliamo di Mes ci indeboliamo nell’altra trattativa, smettiamo di parlare di Mes e parliamo di Recovery Fund. Io vedo una Commissione Europea – ha aggiunto l’ex titolare del Mit – che ha preso un impegno che non ha mai preso prima, dopo tanti anni di autsterità. Noi puntiamo su quello e non è solo ottimismo, a capo fila di questo progetto c’è la Germania, che ha sempre avuto un atteggiamento diverso, abbiamo riconquistato credibilità internazionale, diamoci una mano come unità d’Italia, adesso è fondamentale”. Quindi la risposta a Zingaretti, anche se il governatore della regione Lazio non viene mai nominato: “La trattativa sul Mes non la si fa mandando lettere ai giornali ne in tv, ma la si fa nei luoghi dedicati”.

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