Nuova battaglia legale tra Danilo Toninelli e Silvio Berlusconi, questa volta la querela è arrivata dall’ex presidente del Consiglio. La conferma arriva dall’esponente del Movimento 5 Stelle, che ha dichiarato di essere stato citato dal leader di Forza Italia per oltre 200 mila euro. L’accusa è di «diffamazione e illecito civile commessi con dichiarazioni pubbliche rese attraverso internet» nel periodo che va dal 2017 al 2019.



«Cosa volete che siano 200 mila euro per un politico che si tiene tutto lo stipendio?  Per me invece sono tantissimi, perché lo stipendio non me lo sono mai tenuto», ha attaccato Danilo Toninelli in un video pubblicato su Facebook: «Avrei ricordato sui social che è un condannato in via definita per frode fiscale, perché l’ho definito impresentabile, perché l’ho definito bugiardo e perché ho abbinato alla sua persona la parola “barzelletta”».



TONINELLI QUERELATO DA BERLUSCONI, MA C’É UNA SMENTITA

Danilo Toninelli si è scagliato contro Silvio Berlusconi per la querela, sottolineando che a suo avviso queste sarebbero «le conseguenze che capitano a persone oneste come il sottoscritto». Il grillino ha poi aggiunto: «Ho avuto il coraggio di dire che c’era un politico che non ha fatto bene gli interessi dei cittadini con i quattro governi e che ha avuto delle problematiche con la magistratura». Pochi minuti fa però è arrivata una secca smentita dai legali di Silvio Berlusconi. Ecco le parole dell’avvocato Niccolò Ghedini riportate dal Corriere: «La notizia è palesemente erronea e priva di ogni fondamento. In realtà, come è noto, è stato il Senatore Toninelli a querelare il Presidente Berlusconi per una frase da questi asseritamente pronunciata, fatto del tutto, a parere di questa difesa, insussistente. Gli avvocati del Presidente Berlusconi si sono limitati a raccogliere una piccola parte delle innumerevoli dichiarazioni svolte nei confronti di questi nel corso del tempo dal Senatore Toninelli e hanno proposto un’istanza di mediazione di natura squisitamente civilistica e conciliativa senza proporre querela alcuna».