L’INCHIESTA UK SULLA FONDAZIONE DI TONY BLAIR E I FONDI DALL’ARABIA SAUDITA
Mentre nel mondo Labour si attendono con ansia le prossime Elezioni in Regno Uniti per dar seguito ai sondaggi che li vedono al momento nettamente davanti al Partito Conservatore di Sunak, un’inchiesta del Sunday Times accusa Sir Tony Blair – ex Premier inglese – di aver incassato soldi per consulenze tramite la sua fondazione dall’Arabia Saudita anche dopo l’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi.
Dal 2017 l’Institute for Global Change Tony Blair fornisce al regno saudita della famiglia Bin Salman consulenze nell’ambito di Vision 2030, un programma di modernizzazione e riforme strutturali di Riad messo in campo dal principe ereditario Mohammed (MBS). Secondo quanto riportato però dal quotidiano inglese, il 2 ottobre 2018 rischia di interrompersi tutto dopo il tremendo rapimento e omicidio del giornalista anti-Riad Khashoggi, ucciso nel consolato saudita a Istanbul, in Turchia. Secondo le indagini della Cia il mandante sarebbe proprio il principe ereditario Bin Salman il quale però non ha mai confermato, anzi smentisce su tutta la linea incolpando invece agenti dei servizi deviati sauditi. Ma in tutto questo Tony Blair e la sua fondazione decidono di proseguire il progetto che unisce consulenze, geopolitica e riforme.
L’IGC TONY BLAIR REPLICA: “RAPPORTI RIMASTI CON L’ARABIA VISTE LE RIFORME DI BIN SALMAN”
L’ex Primo ministro laburista Tony Blair si ritrova così accusato dal “Sunday Times” di aver continuato a percepire fondi e consulenze “d’oro” tramite la fondazione nonostante la situazione dell’Arabia Saudita sia tutt’altro che definita. Un portavoce del think thank di Blair fa sapere in risposta alle accuse dei media Una che «nonostante il tremendo crimine in questione (l’omicidio Khashoggi, ndr), è stato deciso di non rompere i canali con Riad, vista l’immensa e positiva importanza delle riforme del principe ereditario e l’importanza strategica del Regno per l’Occidente. I recenti sforzi diplomatici degli Stati Uniti e altri Paesi occidentali con l’Arabia Saudita dimostrano che avevamo ragione».
Quanti fondi, quali consulenze e quanti effetti accordi vi siano tra la fondazione di Blair e l’Arabia non è dato saperlo in quanto è politica dell’IGC non divulgare contratti e compensi: resta però lo scandalo in potenza legato a Tony Blair, non nuovo tra l’altro a consulenze controverse nonostante la sua figura di inviato per la pace nel Medio Oriente negli scorsi anni. «Con la sua allora creatura Tony Blair Associates, collaborò con le autocrazie di Egitto e Kazakhstan. Ma anche quando era ancora al potere, nel 2006, Blair venne accusato di bloccare un’inchiesta interna per presunta corruzione riguardo a un contratto multimiliardario tra Arabia Saudita e la BAE Systems», riporta “La Repubblica” citando fonti Uk.