Tony Colombo è stato ospite a Rivelo, la trasmissione di Real Time condotta da Lorella Boccia. Nel corso della chiacchierata con la ballerina, si è parlato di diversi argomenti legati alle sue origini, al rapporto complicato con la mamma e le polemiche sul matrimonio con Tina Rispoli. Alla fine della trasmissione, il cantante neomelodico ha fatto la sua rivelazione: “Avevo un debito di 3 milioni di euro e ho chiesto soldi a delle persone sbagliate”. Si tratta di una dichiarazione forte, fatta a cuor leggero perché avvenuta diversi anni fa e ormai risolta. La conduttrice di Rivelo, che è rimasta in silenzio mentre Colombo raccontava l’accaduto, si è voluta dissociare dalle sue dichiarazioni. Per il cantante si è trattato di un periodo molto difficile da affrontare: secondo il suo racconto, ha dovuto lavorare in qualsiasi settore pur di guadagnare qualcosa e restituire la somma di denaro. Ma alla fine, dopo diverso tempo, si è liberato da questo peso.
Tony Colombo e i debiti: “Ho fatto i lavori più umili”
“Ho fatto 3 milioni di debiti perché credevo nella mia arte”. È questa la rivelazione di Tony Colombo. Alla fine del programma Rivelo, condotto da Lorella Boccia, l’ospite deve raccontare una rivelazione, un aneddoto di cui non ha mai avuto modo o il coraggio di parlare. Per il cantante neomelodico si tratta di una dichiarazione molto forte: “Ho chiesto i soldi a gente sbagliata. Ho cantato 3 anni senza prendere nulla per ripagare il debito. Ho fatto tutto per la musica. Ho fatto lavori umili, ho aiutato a scaricare cose, vendevo qualsiasi cosa, compravo i jeans e li rivendevo. Tutti i soldi che guadagnavo non erano i miei”. Per lui non è stato un periodo facile: “Non lavoravo bene, avevo paura che potesse succedermi qualcosa. Sono andato a cantare con la febbre a 40”. Un tunnel da cui è riuscito ad uscire: “Quando ho sanato quel debito non so se ci hanno guadagnato o perso ma è venuta una persona che mi ha detto: ‘tutto bene, sei libero’. Tutto quello che hanno preso è servito a me, come personaggio, non ho mai speso un centesimo al di fuori di quello che dovevo”. Poi il ricordo del giorno in cui tutto è finito: “Quando sono stato libero, era un giorno di marzo e pioveva. Mi sono fermato in un punto di Napoli e sono stato 40 minuti appoggiato al cofano della mia auto sotto la pioggia. Potevo essere di nuovo il Tony con il sorriso. Sono passati un bel po’ di anni e ne vado orgoglioso. Lo rifarei? Sì. Mi è servito a costruirmi il bagaglio di conoscenza che ho adesso”.