Consegnare pasti alla Caritas: è quel che deve fare il trapper Tony Effe dopo la condanna di ieri per lesioni personali aggravate. I fatti risalgono al 2019 e sono gli stessi per i quali ora anche la sua guardia del corpo è indagata. Nel febbraio di due anni fa fu coinvolto in una rissa fuori da un locale a Roma, dalle parti di piazza Barberini. Era l’alba e scoppiò un parapiglia, che un fan del cantante della Dark Polo Gang decise di riprendere col suo cellulare. Ma Tony Effe, all’anagrafe Nicolò Rapisarda, non gradì e si scagliò contro di lui pestandolo, poi con la spranga di ferro in mano gli ordinò di cancellare il video. La vittima, che riportò una frattura alla mandibola, decise di denunciare.



La vicenda suscitò molto clamore, anche perché sui social il trapper si è lamentato per i treni che era costretto a prendere per partecipare alle udienze del processo, motivo per il quale chiedeva di essere rimborsato. I rimborsi invece toccano a lui. I giudici di piazzale Clodio, infatti, lo hanno condannato a servire pacchi alimentari alla Caritas e a risarcire con 40mila euro la vittima.



La provocazione di Tony Effe “Io in tribunale? Pagatemi”

«Allora a me mi denunciano, mi chiedono i soldi, quando io da Milano devo venire a Roma per fare un processo… gratis. Cioè io prendo un treno per venire a Roma gratis… non va bene, se devo venire in tribunale pagateme», aveva detto il cantante della Dark Polo Gang provocatoriamente in un video pubblicato su Instagram subito dopo la prima udienza del processo. Lui che nelle canzoni scriveva di poter spendere 5mila euro per un bassotto, ora ne deve sborsare 40mila per risarcire il ragazzo che ha picchiato, altro che rimborsi.



Il risarcimento si aggiunge, quindi, alla pena di quattro ore a settimana, per sei mesi, in cui Tony Effe dovrà appunto consegnare pacchi alimentari alla Caritas delle parti di Lozzano. In ogni caso il trapper non sembra aver compreso la gravità del suo gesto, visto che subito dopo la sentenza ha pubblicato una story su Instagram con un gesto inequivocabile con il dito della mano rivolto forse, secondo Fanpage, alla decisione del giudice. Ma non è certo che ci sia effettivamente un collegamento tra le due cose.