Tony Hadley, ex leader degli Spandau Ballet, accetta l’invito di Mara Venier a Domenica in. Di recente ha pubblicato Talking to the Moon, il suo ultimo disco da solista dopo l’addio ufficiale (e definitivo) al gruppo. “È triste che con la band sia finita in questo modo – dichiara a Tgcom24 -, ma adesso sono felice. Ho realizzato l’album che volevo, evocativo e moderno”. Da solo, Hadley, ci sa stare eccome. Il primo “tradimento“, se così possiamo chiamarlo, risale al 1992, anno d’uscita di The State of Play. Dopo la reunion con gli Spands, nel 2006, è toccato a Passing Strangers, e poi di nuovo ha deciso di tornare coi colleghi. Non ha funzionato: certi vecchi rancori hanno fatto naufragare il progetto.



Tony Hadley e i problemi con la band

Ma quali sono, questi rancori? Tony Hadley si mantiene sul vago: “Io non ho mai detto pubblicamente i motivi della nostra rottura, credo tocchi a loro spiegarli al pubblico e ai fan”. Poi puntualizza: “Hanno fatto delle cose che mi hanno ferito e ferito gente attorno a me. Cose non belle che non ti aspetti da quelli che dovrebbero essere tuoi amici. Per queste ragioni non potevo più andare avanti. Adesso sono felice, sono felice per quello che sto facendo, promuovendo un disco di cui sono orgoglioso con gente con cui mi diverso. A 58 anni non ho più bisogno di lavorare con persone con cui non ho il piacere di farlo”. Oggi ha trovato qualcun altro, dei veri amici: “Io sono in una band”, controbatte, quando gli viene chiesto se gli manchi qualcosa dell'”essere in gruppo”, “la Tony Hadley Band è insieme da tanto tempo”.



Il Tony Hadley solista

Tony Hadley parla con orgoglio del suo ultimo lavoro: “Gli Spandau non avrebbero mai potuto fare un disco come Talking to the Moon. Le ultime cose che avevamo fatto, scritte da Gary Kemp, come per esempio Steal o This is the Love, erano pezzi veramente tradizionali, standard. Io invece avevo voglia di fare qualcosa di completamente diverso. Con i ragazzi della mia band non abbiamo avuto timore di provare soluzioni diverse quando qualcosa non ci convinceva. Io credo che sia sempre necessario ascoltare gli altri. Il bello di essere un solista è che posso scegliere con quali musicisti lavorare, siano violoncellisti o programmatori”. Negli ultimi tempi, Tony ha virato decisamente sullo swing, che non è il “solito” swing (tipo Come Fly with Me e Fly Me to the Moon), ma un genere completamente nuovo. Solo lui, probabilmente, è capace di re-inventarsi così.

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