A Torino e Susa parrocchie senza sacerdoti fissi: saranno gestite da un gruppo di laici. Come riportato dall’Avvenire, nelle due diocesi ha preso il via la riorganizzazione annunciata dall’arcivescovo Roberto Repole, protagonista del necessario rinnovamento nella vita e nell’organizzazione delle due Chiese locali, impoverite nel numero di preti e consacrati nonché invecchiate nell’età media dei praticanti.



“Dobbiamo prendere consapevolezza in modo lucido che mantenere semplicemente e stancamente il modello attuale significa condannarci a non essere più una presenza capace di trasmettere la ricchezza inesauribile e coinvolgente del Vangelo alle donne e agli uomini di oggi, tanti dei quali hanno una sete immensa di vita, di senso, di amore e di relazioni calde, in una parola, di Dio”, le parole dell’arcivescovo Repole.



A Torino e Susa parrocchie senza sacerdoti fissi

Repole ha acceso i riflettori sulla necessità di concrete riorganizzazioni sui territori di Torino e Susa, ma anche una vita quotidiana dei cristiani più avvincente e convincente. L’arcivescovo ha invocato uno sforzo di immaginazione a più livelli, basti pensare alla creazione dell’Istituto per la formazione dei laici, attivo a partire da novembre. Corsi biennali per arrivare a ministeri ordinati a tempo: in altri termini, i laici che hanno frequentato il corso si considerano in servizio per i cinque anni successivi, ma il ministero non è a vita. Una mossa con un preciso scopo da parte di Repole, per favorire il ricambio nelle funzioni e nei servizi. Nella sua missiva, Repole ha annunciato anche un ripensamento radicale della Curia che deve essere a servizio delle parrocchie e del vescovo, superando la moltiplicazione degli uffici (con relativi costi) che ha caratterizzato gli ultimi decenni.

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