Si moltiplicano le occupazioni nelle università italiane, bufera su quanto accaduto a Torino, dove gli studenti hanno preso possesso di Palazzo Nuovo. L’ateneo ha infatti invitato Leila Khaled, ex terrorista palestinese responsabile di due dirottamenti aerei nel 1969 e nel 1970. Una mossa per testimoniare la resistenza anti-israeliana, riporta Libero, come già accaduto negli scorsi giorni all’Orientale di Napoli.
Leila Khaled è intervenuta da remoto all’università di Torino ed è stata presentata dagli organizzatori come una militante storica della resistenza palestinese, senza mai citare la definizione di terrorista. La sua linea non sembra molto distante da quella di 30-40 anni fa, come testimoniato da una sua dichiarazione dello scorso 27 ottobre: “Invito i popoli del mondo a cacciare gli ambasciatori ‘israeliani’ e a chiudere le loro ambasciate nei vostri Paesi”.
Bufera sull’università di Torino
La presenza di Leila Khaled all’università di Torino come ospite d’onore ha scatenato enormi polemiche. Durissima Ruth Dureghello, ex presidente della Comunità ebraica di Roma: “Dare voce in un’università alla terrorista Leila Khaled, protagonista di due dirottamenti aerei, significa contribuire a fare crescere l’odio contro il popolo ebraico e Israele. Le parole possono trasformarsi in armi, soprattutto quando sono pronunciate dalla persona sbagliata”. Netta presa di posizione da parte della politica, dal Pd al centrodestra. “Ex terrorista e protagonista di due dirottamenti aerei, questa sera Leila Khaled, oggi membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, inserita nella lista delle organizzazioni terroristiche dall’Ue e dagli Stati Uniti, parteciperà a un evento promosso a Torino a Palazzo Nuovo, dove è in corso l’occupazione dell’università. Chiediamo alle autorità competenti, dal questore di Torino al ministro dell’Interno se sia ragionevole che un personaggio, dal passato e dal presente assai discutibile, venga invitato a un evento pubblico e gli sia consentito di propagandare liberamente l’odio antisemita”, così Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo: “Sarebbe quantomeno opportuno, invece, revocare l’invito all’attivista palestinese, già al centro di polemiche a Napoli qualche giorno fa per la stessa identica ragione. Dobbiamo evitare che i nostri Atenei si trasformino in palcoscenici per fomentatori di odio, come Leila Khaled, dove poter liberamente fare propaganda contro Israele”.