Si aggiunge un altro elemento di “giallo” al mistero dei due ragazzi di nazionalità bahamense ritrovati cadaveri nel Po negli ultimi giorni a Torino: secondo quanto si apprende dall’approfondimento al caso fatto questo pomeriggio a La Vita in Diretta, pare che non si trovino ancora i bagagli dei due e questo è molto strano, unito al fatto che la terza persona che nelle ultime ore ci cercava e che aveva prenotato loro un appartamento nel capoluogo piemontese non è comunque in Italia e dunque non è implicato nella vicenda. Qualcuno dunque potrebbe aver rubato i loro bagagli in quell’arco di tempo che intercorre tra il momento in cui le loro famiglie non hanno più avuto notizie di loro e il ritrovamento dei cadaveri, contando che secondo il medico legale non possono essere rimasti in acqua meno di 24 ore e più di tre giorni; infine va tenuto conto che purtroppo i loro corpi, quando sono stati ripescati, hanno mostrato un alto livello di degradazione dei tessuti che potrebbe compromettere l’esito dell’esame autoptico e non aiutare a stabilirne le cause della morte. (agg. di R. G. Flore)



AL MOMENTO SI ESCLUDE LA PISTA DELL’OMICIDIO MA…

A Torino è ancora “giallo” in merito al ritrovamento, avvenuto martedì scorso e poi ieri mattina, di due cadaveri nelle acque del Po e che rispondono alle generalità di Keiorn Ramsey e di Josh Blair Rashad Randy, entrambi di origini caraibiche. Secondo quanto si apprende da fonti investigative, al momento gli inquirenti tenderebbero ad escludere l’ipotesi del duplice omicidio anche se si fa strada la pista che nei fatti potrebbe essere coinvolto un terzo uomo coi quali i due cittadini originari delle Bahamas avrebbero avuto un appuntamento: infatti il Procuratore della Repubblica del capoluogo piemontese, Giuseppe De Matteis, ha invitato alla cautela e ad attendere l’esito dell’esame autoptico sulle salme dei due giovani uomini per capire se “siano stati vittime di atti violenti o di delitti”, aggiungendo che presto si avrà anche il responso dei medici legali.



IL “GIALLO” DEI DUE CADAVERI NEL PO

Come sono morti il 29enne Keiorn Ramsey, collaboratore ministeriale per il governo bahamense, e il suo amico John Blair, ripescato solamente ventiquattro ore dopo di lui nel fiume che attraversa Torino all’altezza di Lungopo Antonelli e che, a quanto si apprende, era uno studente iscritto alla Saint Mary’s University di Londra? Una possibile pista è quella che suggerisce come i due giovani potessero essere sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o anche di alcolici: anche in questo caso l’esito degli esami tossicologici sarà determinante per capire quale possa essere stata la loro sorte, ricordando che su entrambi i cadaveri sono state trovate tracce di una ferita alla testa. Intanto emerge che dei due le rispettive famiglie non avevano notizie oramai da giorni e che entrambi, amici di vecchia data e che si trovavano a Torino seppur per motivi diversi, sarebbero rimasti nelle acque del Po prima di venire ripescati, per un periodo dalle 24 alle 72 ore.

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