La disputa legale per un palazzo milanese di 7 piani e alto 27 metri va avanti da ottobre. Secondo la Procura, i 45 appartamenti sono stati quasi del tutto edificati in un cortile. Tra i dodici indagati spunta anche un politico: parliamo di Paolo Mazzoleni, attuale assessore all’Urbanistica del Comune di Torino, coinvolto in qualità di progettista del palazzo ed ex presidente della Commissione paesaggistica di Milano.



Come riportato da La Stampa, gli indagati sono accusati a vario titolo di abusivismo edilizio e di una serie di presunti falsi. Il palazzo è stato sequestrato ad ottobre, ma il gip e il Riesame hanno bocciato il provvedimento dando ragione alle difese. Ma la Cassazione ha accolto in gran parte le ricostruzioni dei pubblici ministeri, rinviando a un nuovo Tribunale del Riesame la decisione.



Torino, indagato l’assessore Mazzoleni

Nel ricorso si legge che “le opere sono state autorizzate in base a permessi di costruire illegittimi per violazione delle norme che regolano l’altezza delle costruzioni nei cortili, in quanto emessi sulla base di pareri ideologicamente falsi della Commissione per il paesaggio che ha ritenuto che l’area interessata dall’edificazione non potesse considerarsi cortile”. Una versione bocciata dall’avvocato Andrea Solliani, che cura gli interessi del costruttore e presidente del Cda della Bluestone Aspromonte srl Andrea Bezziccheri, anche lui indagato: “Dall’analisi della documentazione ritengo che Bluestone abbia agito sempre in buona fede, appoggiandosi a professionisti di primario standing”. Dopo la notizia dell’iscrizione nel registro nello scorso aprile, il legale Maurizio Bortolotto – difensore dell’architetto Mazzoleni – ha sottolineato: “Siamo sereni per il nostro operato, aspettiamo l’evoluzione del procedimento e abbiamo piena fiducia nella magistratura”.

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