All’interno dell’androne di Palazzo Nuovo – sede umanistica dell’Università di Torino, a due passi dalla Mole Antoneliana – nella giornata di venerdì è intervenuto l’Imam Brahim Baya su richiesta degli studenti che da più di una settimana stanno occupando l’edificio universitario, impedendo l’accesso ai docenti e lo svolgimento delle lezioni. La richiesta è sempre la stessa a cui ci siamo abituati negli ultimi mesi, tra l’interruzione degli accordi con le università di Tel Aviv (già revocate dal rettore di Torino) e la fine dell’occupazione delle terre palestinesi da parte di Israele; ma la ragione per cui torniamo a parlare della protesta è proprio legata all’intervento dell’Imam che ha celebrato il tradizionale – per i musulmani – sermone del venerdì.
Nella sua orazione post preghiera (immortalata da un video diffuso poi su YouTube, che si trova in calce a questo articolo) il prete musulmano ha rivolto i suoi pensieri alla Palestina, da sempre – fin dalle “crociate” – “mira degli invasori, degli arroganti, dei colonizzatori” e solo recentemente anche “dei nuovi sionisti, arrivati per prendere quella terra, per insediarsi in un colonialismo più becero, più criminale che possa esistere”. E rivolgendo il suo ringraziamento al popolo palestinese che combatte per “il Jihad nel più alto senso di questo termine, come sforzo per difendere i propri diritti, la vita e la pace”, l’Imam ospitato nell’Università di Torino ha lodato anche gli sforzi compiuti da “ognuno in questa lotta di liberazione”.
L’Imam convocato dal questore di Torino: “Stavo solo officiando un’orazione”
Le frasi dell’Imam nell’Università di Torino potrebbero sembrare del tutto innocue, ma in realtà moltissimi ci hanno visto un chiaro appello a combattere personalmente quella Jihad “per difendere i propri diritti, la vita e la pace”, spingendo il ministro dell’Università Anna Maria Bernini a contattare personalmente il rettore dell’ateneo per chiedergli spiegazioni o – quantomeno – di “condanna riguardo l’accaduto”. Dal conto suo il rettore di Torino ha condannato le parole dell’Imam, ma ha anche precisato che “il fatto è avvenuto in una situazione di occupazione da parte degli studenti”, bollando il tutto come “piena responsabilità degli occupanti“.
Convocato in questura per chiarimenti sul suo intervento, Brahim Baya in un messaggio diffuso sui social ha parlato di una “diffida del questore a svolgere questa manifestazione, individuandomi come organizzatore. Ci ho tenuto a ripetere, ed è per questo che non ho firmato la diffida, che io sono solo stato chiamato ad officiare una orazione“. L’Imam intervenuto a Torino ha anche condannato “l’islamofobia di questo Paese” e spiegando che le sue parole erano riferite alla lotta politica e non a quella fisica o armata.