Olimpiadi Invernali a Torino, nel 2018 la decisione di non ospitare i Giochi previsti per il 2026, fu presa in un periodo segnato da forti tensioni e spaccature interne al Movimento 5 Stelle, che dopo molte discussioni e pressioni decise per la ufficiale della candidatura. Luca Pasquaretta, ex portavoce ufficiale della sindaca Chiara Appendino, intervistato dal Corriere della Sera, ha raccontato la vicenda ricordando quali furono stati gli eventi chiave che che portarono a far scattare il “no” del Comune. Come ricorda Pasquaretta infatti, il progetto Olimpiadi targato M5s doveva essere inizialmente un programma che doveva “Conciliare le esigenze del partito e contemporaneamente quelle della città“.
Ma, mentre il potenziamento delle infrastrutture in vista dell’evento doveva essere fonte di opportunità per tutto il territorio, da alcuni politici era visto come possibile fonte di spreco e corruzione. Una criticità che nasce soprattutto dal fatto che il movimento aveva a quell’epoca vinto le elezioni a Torino anche grazie all’appoggio dei vari comitati “No Tav” e No Olimpiadi“. La questione quindi divise le opinioni e diede inizio ad un lungo braccio di ferro tra la giunta ed un gruppo del Movimento.
Perchè Torino disse “No” alle Olimpiadi Invernali 2026? Ex portavoce Appendino: “La decisione spaccò il Movimento 5 Stelle ma prevalse la linea dura”
Il Comune di Torino disse “no” alle Olimpiadi Invernali del 2026. La decisione arrivata dopo un lungo periodo di discussioni spaccò la maggioranza alla Giunta del Movimento 5 Stelle. Come ricorda al Corriere della Sera l’ex portavoce della sindaca Appendino, Luca Pasquaretta, alla fine vinse la parte che si opponeva ai Giochi, e questo nonostante l’intervento diretto dell‘ex presidente del partito Grillo, che non fu contrario ad una nuova corrente di pensiero all’interno del partito, definita come “2.0”, affermando: “Non siamo solo quelli del “no”“.
Durante l’assemblea nella quale si stava discutendo appunto della candidatura, i membri del Consiglio Comunale scelsero comunque di mantenere la linea dura, perchè non volevano deludere gli elettori convinti dell’ideologia “No agli sprechi“. La stessa sindaca, che come conferma Pasquaretta, era a favore, al termine della riunione “Uscì dalla stanza in lacrime“, perchè non voleva essere ricordata come “Quella del no alle Olimpiadi“. “Quella notte di fine giugno è stata uno strappo importante. Molto importante. Deciso da chi, poi, ha anche lasciato il Movimento prendendo