Sacro e profano si mescolavano di continuo nel laboratorio della droga scoperto dalla polizia di Torino nel quartiere Barriera di Milano dove il crack veniva assemblato nelle ostie comunemente usate in chiesa. Come riportato da “Il Giornale”, gli agenti della squadra mobile “Falco” hanno scoperto il laboratorio all’interno di un alloggio in uno stabile in via Leinì. Qui hanno deciso di fare irruzione, a seguito di approfondite indagini, trovando il necessario per la produzione della cocaina basata, ovvero del crack. Subito agli occhi delle forze dell’ordine è balzata la presenza di quelle ostie “stupefacenti”. L’idea dei malviventi che gestivano la produzione era infatti quella di nascondere la droga all’interno di quel formato “insospettabile” nella speranza che passasse inosservata. Così evidentemente non è stato: a pensar male si fa peccato, ma spesso si c’azzecca.



TORNINO, SCOPERTE OSTIE DI CRACK

Ma chi erano i responsabili di questo laboratorio di droga? Gli agenti all’interno dell’alloggio di via Leinì hanno sorpreso un cittadino di 25 anni di nazionalità senegalese, che con ogni probabilità era a capo della fabbricazione delle sostanze stupefacenti. Il giovane è stato fermato con l’accusa di violazione delle norme sugli stupefacenti. La cronaca torinese non è nuova ad episodi di questo tipo: lo scorso mese di aprile, come ricorda Il Giornale, la polizia aveva scoperto un altro laboratorio molto simile a quello sequestrato oggi dove venivano prodotto ostie di crack. La centrale di produzione in quel caso aveva la propria base nel quartiere Madonna di Campagna. La polizia sta adesso compiendo delle verifiche per capire se tra i due laboratori sussista un legame e se possano essere gestiti dallo stesso gruppo criminale.

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