Un pezzo di torta come premio per il vaccino: succede in Svizzera, dove si è pensato a un’iniziativa decisamente “dolce” per celebrare il successo fin qui riscontrato dalla campagna vaccinale contro il virus SARS-CoV-2 e, parallelamente, convincere tutta quella frangia di soggetti indecisi, scettici e no vax a farsi inoculare il siero anti-Covid. L’originale trovata, che al momento rappresenta un unicum a livello europeo e, probabilmente, anche mondiale, è riconducibile all’Ufficio federale della sanità pubblica, che in data odierna, lunedì 19 luglio 2021, ha dato a tutti appuntamento a Berna, di fronte al Palazzo federale, per la distribuzione del dessert e, contestualmente, offrire l’opportunità a tutti di ricevere la propria dose vaccinale presso il centro mobile giunto in loco, dove è rimasto dalle 10 sino alle 16.



Peraltro, stando ai dati ufficiali diramati dall’UFSP, la campagna di vaccinazione avanza “a ritmo soddisfacente: due persone su tre di età superiore ai 16 anni hanno già ricevuto una prima dose del preparato”. Così, al fine di celebrare questo traguardo intermedio e “addolcire il momento attuale“, l’UFSP ha offerto a tutta la popolazione elvetica un pezzo di torta, con lo scopo dichiarato di convincere un maggior numero di persone a sottoporsi al vaccino.



TORTA PREMIO PER IL VACCINO IN SVIZZERA: “ROMPERE GLI INDUGI E IMMUNIZZARSI”

L’iniziativa della torta premio “in cambio” del vaccino è stata accompagnata da un cinguettio su Twitter del consigliere federale Alain Berset, il quale ha evidenziato l’efficacia dei vaccini nella protezione del virus, anche contro la variante Delta, originariamente denominata “indiana” e principale responsabile dell’incremento del totale delle infezioni in Svizzera.

Proprio a causa di quest’aumento e in virtù del fatto che, per ottenere una protezione completa, devono trascorrere in media sei settimane da un’inoculazione e l’altra, “questo è il momento migliore per farsi avanti”, ha sottolineato Berset, esortando i suoi followers elvetici a rompere gli indugi e a farsi vaccinare. I posti liberi di certo non mancavano e la golosa ricompensa rappresentava un pungolo motivazionale di certo non indifferente, almeno per i più affamati…