Sono stati tutti assolti gli imputati accusati di torture presso il carcere di Torino. “Il fatto non sussiste” è il verdetto del giudice, che chiude quindi il caso del Lorusso e del Cotugno. Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera le violenze non ci sarebbero mai state e per questo sono stati assolti 3 dei venticinque che sono finiti alla sbarra dopo una maxi inchiesta da parte della procura di Torino che raccontava di umiliazioni, pestaggi e vessazioni nei confronti di alcuni carcerati, soprattutto quelli che vengono rinchiusi nel Blocco C, dove vi sono i detenuti “sex offender”, i criminali che si sono macchiati di reati a sfondo sessuale.



La sentenza è stata emessa ieri e riguarda il processo nei confronti dell’ex direttore del carcere, Domenico Minvervini, di Giovanni Alberotanza, ex comandante della polizia penitenziaria, e infine, di Alessandro Apostolico, ex agente.

TORTURE AL CACERE DI TORINO, LA SENTENZA IN APPELLO

I tre sono stati processati con il rito abbreviato e sono stati appunto tutti assolti visto che il reato denunciato non sarebbe mai avvenuto. Il Corriere della Sera fa notare che solo ad Apostolico si contestava il reato delle torture, che poi era stato riqualificato in primo grado dal Gup e ieri totalmente “cancellato”.



Alla lettura della sentenza lo stesso ex agente, oggi ispettore, ha spiegato che le torture sono state fatte nei suoi confronti in questi anni, anche se non si è mai abbattuto, studiando e laureandosi per ben due volte, superando dei concorsi pubblici e venendo alla fine promosso: oggi lavora ancora presso l’istituto torinese. Nei confronti dell’ex direttore del carcere si contestava invece il fatto di aver saputo le presunte violenze avvenute fra il 2017 e il 2019, ma non averle mai denunciate.

TORTURE AL CACERE DI TORINO, LA POSIZIONE DELL’EX DIRETTORE

In primo grado era stato condannato ad una multa di 350 euro, per poi essere assolto appunto in Appello. Anche in questo caso è arrivato lo sfogo dell’imputato che ha ricordato come nei suoi confronti sia stato detto di tutto, a cominciare dal fatto che non avesse coraggio e paragonandolo così ad un Don Abbondio dei tempi moderni. Si è detto inoltre ferito perchè si diceva che le sue mancate denunce avevano impedito alla macchina giudiziaria di attivarsi, ma non era vero ed ora “la mia onestà è stata acclarata”.



Per Giovanni Alberotenza, il terzo imputato assolto con formula piena, sono invece stati “anni di gogna”. Era accusato di favoreggiamento in quanto, secondo l’accusa, avrebbe eluso le indagini e condotto anche una istruttoria interna per smentire le violenze. L’ex capo delle polizia del carcere era stato già assolto in primo grado e il tutto è stato confermato in Appello. Nell’inchiesta sono coinvolti altri 22 agenti, accusati per la maggior parte di torture e nei loro confronti è ancora in corso un dibattimento: non è chiaro come si concluderà.