Ergastolo con isolamento diurno per nove mesi: questa la sentenza di condanna per Alijca Hrustic, il 26enne di origini croate accusato di aver torturato e ucciso il figlio, un bimbo di 2 anni, la notte del 22 maggio 2019 nella loro casa, a Milano. Come riportato da adnkronos, i giudici della prima corte d’Assise di Milano, presieduta da Ilio Mannucci Pacini, hanno accolto le richieste del pm Giovanna Cavalleri, giudicando l’uomo colpevole dei reati imputatigli, inclusa la tortura ai danni del piccolo. Hrustic è stato invece assolto dall’accusa di maltrattamenti nei confronti delle due figlie minori, riconosciuti solo nei confronti della moglie. Proprio alla moglie e alle figlie, parti civili nel processo, il giovane dovrà corrispondere risarcimenti per circa 300mila euro. Una volta espiata la pena, infine, Hrustic verrà espulso dall’Italia.
BIMBO TORURATO E UCCISO: ERGASTOLO AL PADRE
Le motivazioni della sentenza di condanna saranno depositate entro 90 giorni. Insoddisfazione per il pronunciamento dei giudici è stato espresso dall’avvocato di Hrustic, il legale Giuseppe De Lalla che all’Adnkronos ha spiegato: “Mi aspettavo sicuramente una pena importante, ma non l’ergastolo. Resta il fatto che questa è in ogni caso un’orrenda tragedia. Io non credo che la linea difensiva abbia mai dato adito a ritenere che io abbia sottovalutato la gravità dell’accaduto, ma francamente non mi aspettavo la condanna per la tortura, così come è stata ricostruita negli atti. Né, quindi, mi aspettavo l’ergastolo. Sembra incredibile, ma speravo in una condanna a 30 anni, che avrei ritenuto più attinente ai fatti così come sono stati ricostruiti negli atti, al di là degli articoli di stampa, che spesso non sono stati fedeli”. De Lalla ha già annunciato che farà appello: “Ora aspettiamo le motivazioni e comunque faremo appello. Questo processo era un po’ come un’operazione a cuore aperto per rimuovere un tumore; bisognava stare molto attenti”. Certamente, ha detto, c’è da “sottolineare che la vita di questo bambino è stata una via crucis fino alla fine, ha materialmente avuto le stimate. Io non ho il dono della fede, ma mi sento comunque di fare questi parallelismo”. Tuttavia, ha chiosato, “l’applicazione del diritto a volte è impopolare. E secondo me in un caso come questo si doveva avere molto molto coraggio per applicarlo correttamente”.