Tosca D’Aquino racconta la sua famiglia, da cui ha imparato a vivere con una fede profonda e incrollabile, ma anche il doloroso ricordo del divorzio. “Vengo da una famiglia in cui è sempre esistito il matriarcato, mia nonna e mia madre mi hanno sempre insegnato ad essere fortemente indipendente” racconta ospite di generazione Z, in onda su Rai 2. “Io devo tutto ai miei genitori, loro addirittura vendettero casa a Napoli e comprarono casa a Roma prima di sapere l’esito del provino all’Accademia Nazionale d’arte drammatica. E io dico sempre che forse ero talmente disperata perché sentivo questo peso, questa responsabilità, che passai”.



Tosca D’Aquino confessa di essere “credente praticante e questo ti dà una grande forza”. L’amata attrice è infatti “cresciuta in una famiglia dove mio padre era molto credente, lui ha affrontato la malattia ed è morto giovane, ha affrontato tutto con grande grande forza, con uno spirito sempre positivo”. Del genitore ricorda che “è morto a 72 anni ma si è ammalato a 60. Era eccezionale: all’Accademia io non avevo ancora la patente e lui anche se lavorava mi veniva a prendere alle 2 di notte perché facevamo le prove dello spettacolo. Tornavo a casa e mi preparava anche uno spaghetto al pomodoro, la mattina poi si svegliava per andare a lavoro”. Con grande malinconia Tosca D’Aquino riconosce che “quando è morto mio padre è stato il dolore più grande della mia vita”.



Tosca D’Aquino: “avrei sofferto se miei figli avessero voluto diventare attori”

Tosca D’Aquino svela anche qualcosa di sé, raccontando di aver “avuto un matrimonio giovanile e c’è stata una separazione”, un matrimonio “celebrato in chiesa per cui ho provato non solo il dolore di un fallimento, perché poi non avrei più potuto risposarmi in chiesa”. Il suo secondo, felice matrimonio infatti non ha avuto un rito religioso. L’attrice vuole anche condividere qualche aneddoto più leggero e divertente, svelando che “tutti pensano che facendo l’attrice ed essendo napoletana a casa sarà sicuramente simpatica e invece no, a casa mi chiamano la Merkel: sono molto esigente, forse perché essendo sempre in giro ho avuto l’esigenza anche in passato di avere sempre tutto sotto controllo”.



Parlando dei suoi amati figli confessa di aver “fortunatamente nessuno dei due ha un’esigenza artistica, se me lo avessero detto avrei sofferto tantissimo. Alla fine probabilmente avrei accettato, perché una madre che deve fare, però sono contenta che loro abbiano preso un altro percorso, un’altra strada perché trovo che questo lavoro sia molto difficile” e anche “molto pesante, nel senso che io ho lavorato a Natale, Pasqua, Ferragosto, ho lavorato con la febbre. Sei lontano spessissimo da casa quindi dai figli, dalla famiglia. Insomma, deve essere una grande passione”.