La sanità della regione Toscana sembra essere sempre più vicina al collasso, al punto che la giunta regionale guidata dal dem Eugenio Giani, ha deciso di tagliare i servizi dei piccoli ospedali al fine di ridurne i costi. Una mossa che, peraltro, segue a breve distanza il recente aumento delle tasse addizionali regionali legate all’Irpef, motivato proprio dai problemi sempre più ampi e strutturali nel bilancio sanitario della regione.
Così, per risollevare la sanità in Toscana, oltre all’aumento di 130 euro dell’Irpef per i redditi superiori a 28mila euro (per un totale di 200 milioni a beneficio della Regione), si pensa di ridimensionare i piccoli ospedali, rendendoli in parte Centri di primo intervento territoriale, a discapito delle strutture più grandi che subiranno un’impennata di ricoveri. Non è chiaro se la mossa verrà effettivamente attuata, anche perché si sono immediatamente sollevati i sindacati per la sanità della Toscana e le opposizioni, né è noto quanto la giunta riuscirà a risparmiare e se sarà sufficiente a coprire l’attuale buco in bilancio, pari a quasi mezzo miliardo, secondo Diego Petrucci (consigliere regionale FdI nella commissione sanità).
La protesta dell’opposizione: “Tagliare la sanità in Toscana è una follia”
La ragione per cui la Toscana è sempre più vicina al collasso della sanità è legata soprattutto al payback che fu introdotto da Renzi nel 2015 e che prevedeva la compartecipazione delle imprese sanitarie alle spese regionali per l’acquisto di dispositivi medici. Un meccanismo che né Draghi, né Meloni hanno rinnovato, anche perché è a dubbio incostituzionalità, ma che la giunta ha continuato a considerare, inserendo in Bilancio un credito da 200 milioni in due anni.
Petrucci, tuttavia, parlando della condizione in cui versa la sanità in Toscana ha sottolineato, a Libero, che all’anno si perdono “dai 400 ai 600 milioni di euro per vizi strutturali”, mentre il buco complessivo non ammonterebbe ai 200 milioni dichiarati da Giani, “ma a quasi mezzo miliardo di euro”. Tagliare i piccoli ospedali secondo Petrucci “sarebbe una follia e provocherebbe caos e stress anche nei grandi centri”, mentre per risollevare veramente la sanità in Toscana occorre, secondo il consigliere regionale, una riorganizzazione del sistema, soprattutto dal punto di vista amministrativo. Il danno oltre alla beffa, come se tutto questo non bastasse (oppure, forse, l’esempio perfetto della posizione di Petrucci)? Di recente il direttore della sanità regionale, il dem Federico Gelli, ha deciso di aumentarsi lo stipendio di 20mila euro annuali.