Può esistere di peggio che contrastare l’imperante dirigismo della Cina – con la dittatura comunista che imperversa ancor di più in epoca Covid-19 a livello economico e geopolitico – con un altro totalitarismo opposto, magari di stampo capitalista? Ecco, per Ettore Gotti Tedeschi – già presidente dello Ior (banca Vaticano) – non è certo un regime a poterci liberare da un’altro regime: nel suo fondo su La Verità è molto interessante il focus che il banchiere 75enne compie nei mesi della crisi Covid-19, con l’Occidente impegnato a non soccombere al “dirigismo” cinese: «negli Usa sembra che qualcuno stia pensando i contrapporsi al vincente dirigismo totalitario cinese, inventandosi una forma di dirigiamo totalitario occidentale con la sua dl Covid e l’opportunità di attuare un nuovo Great Reset», scrive Gotti Tedeschi riferendosi al piano lanciato dal World Economic Forum per Davos 2021. Il “Great Reset” è quel piano ambizioso che progetta un percorso di recupero condiviso a dare forma ai radicali cambiamenti nell’era post-COVID-19: per il banchiere ex Ior questo progetto non solo non è di buon auspicio ma rischia di generare ancora più danni.



OCCIDENTE VS CINA, MA È SEMPRE DITTATURA

Il vecchio “Great Reset” venne lanciato da Kissinger 50 ani fa ma fallì miseramente sotto il peso della Guerra Fredda: oggi però quel «nuovo ordine mondiale» con forte sapore “distopico” rischia di stagliarsi all’orizzonte dell’economia reale nel 2021. «Questo nuovo progetto di Reset si propone di ripensa- re la finanza, privilegiando la società (cioè gli stakeholders) rispetto ai capitalisti azionisti (gli shareholders), imponendo un nuovo modello economico sostenibile ambientalisticamente», denuncia Gotti Tedeschi. Con la “minaccia” di nuove pandemie anche post-Covid, l’Occidente vuole contrastare la Cina sul suo stesso “piano” ma rischiando così di creare un ulteriore totalitarismo della «tecnica» e della «medicina»: i rischi sono quelli della “statalizzazione” del mercato da parte dei Paesi mondiali – «con la scusa e la paure generate dal Covid» – ma anche della «trasformazione del capitalismo liberista occidentale (perdente) in capitalismo dirigista socialista, in grado di contrapporsi a quello cinese totalitario (e vincente)». Per Gotti Tedeschi occorreva un motivo (o meglio, una scusa) etico-morale che spingesse il mondo ad abbracciare il “nuovo” dirigismo che ammazza la vera libertà di mercato e di azione. Insomma, la nuova guerra fredda che rischia di scattare tra Occidente e Oriente nell’epoca post-Covid assomiglia sempre di più alla prima, con la differenza che in quel caso la libertà di mercato vinse contro il controllo sovietico, mentre oggi il “totalitarismo” cinese rischia di avere la meglio. «Tutto fondato su sistemi, modelli, struttura tecnologie eccetera, e per nulla fondato sull’uomo che dovrebbe usarli. Poveri Papi San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Quante raccomandazioni sprecate… », commenta amaro Gotti Tedeschi.

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