Nella serata che Techetechetè dedica ai grandi della musica italiana, e in particolare ai grandi successo che non hanno vinto il Festival di Sanremo non poteva mancare Toto Cutugno. Questione meramente statistica: con addirittura 6 secondi posti, è facile che l’interprete originario di Tendola sia rimasto a bocca asciutta in un’edizione nella quale avrebbe meritato maggior successo. E’ capitato ad esempio nel 1984 con Serenata, nel 1987 con Figli, nel 1988 con Emozioni, nel 1989 con Le mamme, nel 1990 con Gli amori e infine nel 2005 in coppia con Annalisa Minetti con il brano Come noi nessuno al mondo. La soddisfazione di vincere il Festival, Toto Cutugno se l’è tolta nel 1980 con “Solo noi”. Come dite? Manca all’appello il suo brano più rappresentativo? Vi riferite a L’italiano? No, non ci siamo sbagliati…



TOTO CUTUGNO E LA GENESI DE “L’ITALIANO”

Era il Festival di Sanremo 1983: sul palco dell’Ariston la conduzione della kermesse era stata affidata ad Andrea Giordana affiancato da Isabel Russinova, Anna Pettinelli ed Emanuela Falcetti. L’italiano di Cutugno, brano iconico a distanza di quasi 40 anni, non riuscì ad andare oltre il quinto posto: per la cronaca, ad imporsi quell’anno fu Tiziana Rivale con “Sarà quel che sarà”. Nel dicembre 2018, intervistato dal Corriere della Sera, Cutugno raccontò la particolare genesi del brano nazional-popolare per antonomasia: “Eravamo in Canada, a Toronto. Quella sera, io mi ero esibito in teatro davanti a 3.500 persone e ricordo che a un certo punto realizzai che quei 7.000 occhi che mi guardavano erano tutti occhi di italiani. Pensai: scriverò una canzone per questa gente. È stato nel ristorante italiano “Mamma Rosa”, in cui andavamo sempre a mangiare perché la proprietaria aveva due figlie bellissime. Avevamo con noi le chitarre e abbiamo cominciato a cantare. A un certo punto mi son fatto dare un pezzo di carta e ho messo giù un La minore-Re minore e poi il resto. Quindi ho chiamato Popi Minellono e gli ho detto: scrivimi il testo di questa canzone, vorrei intitolarla “Con quegli occhi di italiano”. La prima cosa che mi disse fu che il titolo doveva essere L’Italiano. La seconda venne a dirmela dopo tre giorni: “Toto, ho fatto una bomba””. E dire che inizialmente il brano fu proposto a Celentano, che rifiutò, poi toccò a Gigi Sabani che doveva cantarla imitando Celentano: “Solo quando la ascoltò Gianni Ravera e la definì un capolavoro mi decisi a cantarla io a Sanremo. Dove, com’è noto, la canzone arrivò al quarto posto nel voto della giuria e al primo nel voto popolare”.



Leggi anche

Niko Cutugno, figlio di Toto Cutugno: “Mio padre era un artista della bugia”/ “Negli ultimi anni di vita…”