Totò diventa un brand. Il tribunale di Torino nel 2023 ha concesso agli eredi di bloccare gli utilizzi clandestini del nome dell’artista, che soprattutto nella città di Napoli è un’icona presente in nomi di pizzerie, ristoranti e molto altro. Sulle pagine del Mattino, la nipote Elena De Curtis spiega: “È una questione di rispetto per mio nonno. Ci imbattiamo ovunque, nei posti più impensati, nel suo nome e nelle sue foto utilizzati senza il minimo rispetto del diritto all’immagine”. Diffide sono arrivate ad esercizi commerciali a Torino, a Latina e a Porto Ascoli. I nomi in questione sono: Casa Totò, A Livella e Totò e Peppino. Ci sono poi immagini e poesie “che tappezzano le pareti, riprodotte su tovagliette di carta, siti web, pagine social” che allo stesso modo non sono apprezzate dagli eredi.



Gli avvocati della famiglia del grande attore napoletano hanno scritto a varie attività per cambiare insegne e nomi dei ristoranti, come anche menù e locandine social. Il tribunale di Torino, inoltre, ha stabilito una penale di 200 euro per ogni violazione o inosservanza dalla data di notifica dei provvedimenti. Altre attività, invece, sono state citate in tribunale. La pizzeria “A casa di Totò” a Torino a febbraio 2023 ha sospeso tutte le attività finalizzate “alla creazione di un brand e di un format di ristoranti e pizzerie richiamanti il nome e l’immagine di Totò, a fronte dell’accertata esistenza sul territorio nazionale di svariate attività che utilizzavano illecitamente la pseudonimo e l’immagine di Antonio De Curtis“.



Totò, la famiglia: “Siamo disposti a un’interlocuzione”

A cambiare nome è stata anche la pizzeria “Totò e Peppino” di Porto d’Ascoli: il titolare ha dovuto spiegare ai clienti di dover cambiare nome a causa di una decisione del tribunale su richiesta della famiglia di Totò. Anche un’attività di Latina ha dovuto subire la stessa sorte. Secondo la famiglia “una regolamentazione a questo punto è strettamente necessaria” altrimenti si arriverà a nuove e continue cause. Come spiega TgCom24, altri ristoranti e pizzerie sono alla ricerca di un accordo con un’attività di mediazione, per evitare di cambiare nome ai propri locali, in molti casi storici.



“Noi chiediamo solo una regolamentazione. Siamo disposti ad avviare, come abbiamo sempre fatto del resto, un’interlocuzione, in alcuni casi stiamo dando anche l’autorizzazione all’utilizzo. Quando non c’è malafede si trova un punto di incontro, un accordo. Siamo perfettamente consapevoli del fatto che affettuosamente parlando Totò è considerato di tutti, amato da tutti, ma questo non può pregiudicare la tutela”, ha detto ancora Elena De Curtis.