Il toto-ministri del Governo Draghi impazza ma occorre fare una maxi “premessa” nei giorni in cui si attende spasmodicamente la salita al Quirinale del Presidente incaricato per consegnare la lista dei Ministri per il prossimo esecutivo: Mario Draghi è persona assolutamente riservata, ha condotto le consultazioni praticamente in “solitaria” senza staff o squadra in appoggio e soprattutto con i partiti non si è lasciato scucire alcuna “anticipazione” sulla squadra di Governo.



Questo significa che dunque le ipotesi che circolano in questi giorni riguardano impressioni, “sfumature” e retroscena che potrebbero avvicinarsi al vero ma potrebbero anche non riflettere appieno le scelte finali cui sta riflettendo da giorni il Premier incaricato. Secondo un retroscena oggi sul Corriere della Sera, Draghi intenderebbe “sciogliere” le riserve sui Ministri solo una volta giunto al Quirinale, concordando con Mattarella la piena squadra di tecnici-politici: l’impressione è che vi sarà una quota di tecnici di alto profilo per i Ministeri chiave (Economia, Giustizia, Interni, Infrastrutture, Istruzione) mentre ai partiti potrebbero giungere o i dicasteri più “politici” oppure una nutrita composizione di viceministri e sottosegretari.



LA SQUADRA DEI TECNICI PER DRAGHI

La novità riguarda il Ministero della Transizione Ecologica, punto del programma proposto da Beppe Grillo sul quale si sarebbe raggiunta la quadra nelle consultazioni con il Premier Draghi: per quel ruolo strategico pronto alla guida vi sarebbe Enrico Giovannini (n.1 ASviS, Alleanza italiana per lo Sviluppo sostenibile), in alternativa si fanno i nomi di Federico Testa, presidente di Enea o Francesco Starace, oggi amministratore delegato di Enel, uno dei player mondiali nel settore delle energie rinnovabili. Sul fronte MEF, i nomi forti restano gli stessi dei precedenti toto-Ministri: Daniele Franco o Luigi Federico Signorini di Bankitalia, Ignazio Angeloni (Vigilanza BCE) o Dario Scannapieco della BEI, da non escludere invece il presidente di Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini o l’economista Lucrezia Reichlin. Agli Esteri Elisabetta Belloni della Farnesina è in pole position, mentre Patrizio Bianchi all’Istruzione, Claudio Graziano alla Difesa e Antonio Malaschini (segretario generale del Senato) ai Rapporti con il Parlamento secondo il Corriere della Sera potrebbero essere gli altri “tecnici” scelti da Draghi. Per finire, Marta Cartabia alla Giustizia, il presidente Acli Roberto Rossini al Welfare e Linda Laura Sabbadini per le Pari Opportunità chiuderebbero il cerchio dei tecnici.



TOTOMINISTRI: I CANDIDATI PER I PARTITI

Partita decisamente più complicata quella che prevede la formazione di eventuali Ministri “politici”: il toto-nomi vede negli ultimi giorni il profilarsi di una composizione con 3 M5s, 2 per Lega-FI-Pd, 1 per Italia Viva, Azione-+Europa, centristi. Non dovrebbero entrare i leader di partito per non rendere eccessivamente “pesante” il gioco incrociato dei veti, mentre più probabili le figure strategiche (e più dialoganti) in dote ai partiti: per la Lega il toto-Ministri coinvolge Giancarlo Giorgetti, Massimiliano Romeo o Riccardo Molinari, mentre per il Pd il tris di donne Debora Serracchiani, Anna Ascani e Simona Malpezzi accompagnano le figure di Franceschini e Guerini come potenziali nuovi Ministri dem. In attesa di capire cosa farà il M5s dopo il voto su Rousseau, i nomi di Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli rimangono in “pole” per il Governo Draghi. Speranza per Leu, Tabacci per i centristi e il tris Bellanova-Rosato-Boschi per Italia Viva completerebbero il campo del Centrosinistra, mentre da Forza Italia sono Antonio Tajani, Andrea Mandelli, Anna Maria Bernini e Mara Carfagna i nomi che circolano negli ambienti parlamentari.