Totò Riina, storico capo di Cosa nostra, nota organizzazione mafiosa, sarà tra i protagonisti del film “Il Traditore”, in onda questa sera su Rai Uno. Originario di Corleone, dove era nato nel 1930, iniziò nel periodo dell’adolescenza a frequentare Luciano Liggio, luogotenente del capomafia corleonese Michele Navarra e avviò il suo percorso all’interno della criminalità del suo paese e con cui condivise il progetto di ascesa ai vertici di Cosa nostra, al cui interno militava anche Bernardo Provenzano.
Dopo due arresti, negli anni Settanta Riina avviò la sua scalata al potere, portando dalla propria parte tutti i principali boss palermitani e dichiarando guerra alle istituzione, con le uccisioni, tra le altre, dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, del presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, del procuratore Pietro Scaglione e del capo della Mobile, Boris Giuliano. I pentiti, tuttavia, lo tradirono e fra di loro spicca Tommaso Buscetta, personaggio attorno al quale si sviluppa la trama del lungometraggio interpretato magistralmente da Pierfrancesco Favino.
TOTÒ RIINA, LA STORIA VERA
Totò Riina ebbe quattro figli (Maria Concetta, Giovanni Francesco, Giuseppe Salvatore e Lucia) e la sua latitanza durò 24 anni, fino a quanto, il 15 gennaio 1993, a pochi metri dalla sua villa in via Bernini, fu arrestato dal capitano Ultimo, capo di una squadra speciale del Ros, grazie alla testimonianza chiave del suo ex autista, Balduccio Di Maggio. Riina collezionò molteplici condanne all’ergastolo per le atrocità commesse (strage di Capaci, strage di via D’Amelio, attentati di Firenze, Milano e Roma, omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, omicidio di un cognato di Tommaso Buscetta, omicidio del boss Vincenzo Puccio e altri ancora). La sua salute peggiorò nel 2003, quando subì un delicato intervento chirurgico al cuore e, pochi mesi più tardi, ebbe prima un infarto e poi altri problemi cardiaci, che si ripalesarono nel 2006 e lo costrinsero a continui ricoveri ospedalieri. Ebbe ulteriori malesseri nel marzo del 2014 e nel 2017, dopo essere stato operato due volte, morì all’età di 87 anni presso il nosocomio di Parma.