Chi è Totò Savio? Dalla carriera ai maggiori successi
Gaetano Savio è conosciuto dal grande pubblico come Totò Savio, ma anche con lo pseudonimo Antonio Rosario. Fondatore degli Squallor, per 45 anni è stato al fianco della moglie Jacqueline, che ne ha curato la memoria dopo la sua morte. Totò Savio ha conquistato il pubblico con le sue abilità di compositore, arrangiatore, paroliere, cantante, musicista e anche produttore discografico, riscuotendo un enorme successo.
Totò Savio nasce a Napoli il 18 novembre 1937 e le prime esibizioni arrivano quando ha appena 12 anni, durante feste di matrimonio e altri eventi. A 17 anni si esibisce nel quartetto di Marino Marini, portando la loro musica in tutta Europa. Nel 1967 è autore di uno dei principali successi della musica, la canzone ‘Cuore Matto’ che sarà portata al Festival di Sanremo da Little Tony e Mario Zelinotti. Totò Savio firma altri brani di enorme popolarità, come Un gatto nel blu, Vent’anni, Erba di casa mia, Lady Barbara, M’innamorai, Miele, Perché ti amo, Maledetta primavera. Fonda gli Squallor nel 1971 assieme ai colleghi Daniele Pace, Giancarlo Bigazzi, Alfredo Cerruti ed Elio Gariboldi. Il gruppo si guadagna ben presto un posto di rilievo nell’ambiente demenziale della musica leggera. In quegli anni, Totò Savio ha già sposato Jacqueline Schweitzer, conosciuta durante un tour in Francia e da cui non si separerà fino alla morte.
Com’è morto Totò Savio? Il ricordo nelle parole della moglie Jacqueline e gli ultimi anni di vita
Totò Savio riscuote numerosi successi, firmando brani iconici del panorama musicale italiano, ma i suoi ultimi anni di vita sono caratterizzati dall’assenza della sua voce. Nel 1990 infatti riceve la diagnosi di un grave tumore alla gola: l’operazione che ne seguirà lo priverà della voce. L’ultimo album degli Squallor, pubblicato nel 1994, vede la partecipazione di Totò Savio soltanto in veste di musicista e compositore.
La moglie Jacqueline lo ha ricordato con queste parole, durante un’intervista a ‘Oggi è un altro giorno’: “Negli ultimi giorni di vita, Totò non parlava più. Non ricordo cosa ci siamo detti, era stanco, rantolava: è stata una cosa penosa”. Ma la parabola discendente di Totò Savio non si ferma qui: dopo una trasfusione di sangue infetto “gli venne l’epatite C – racconta la moglie nella medesima intervista – Da lì è cominciato un calvario di 15 anni, ma lui è stato un uomo straordinario”. In seguito, la cirrosi epatica degenera in un tumore al fegato. Totò Savio muore a Roma nel 2004 e il suo ricordo vive non soltanto nei suoi brani ma anche nelle parole della moglie, che ha pubblicato il libro ‘Cuore Matto’ dedicato a lui e alla sua memoria.