TOTOMINISTRI, LA “MANO” DEL QUIRINALE SULLA SQUADRA? RISPONDE MARZIO BREDA

In attesa di capire domani dal Consiglio Federale della Lega cosa potrà uscire in termini di nomi “spendibili” per il totoministri del nuovo Governo Meloni – qui sotto tutte le possibili figure in campo – ha parlato in giornata Federico Freni, attuale sottosegretario al MEF, in merito al “nodo” dei Ministri tecnici nel prossimo esecutivo: «Sono convinto che in un governo politico come quello che verrà debba esserci una quota preponderante di ministri politici. Detto questo, ci saranno quote di ministri tecnici, penso all’Economia, non c’è dubbio. Se mi chiede cosa penso di Daniele Franco le dico che ho gli occhi a cuoricino».



Per il segretario leghista Matteo Salvini le varie ricostruzioni di questi giorni tra totoministri e altro lascherebbero il tempo che trovano e non stanno comunque distraendo il Centrodestra dalla composizione complessa della nuova squadra: «A leggere i giornali oggi, dovrei fare il ministro in otto ministeri diversi. Lasciamoli scrivere e lavoriamo alla squadra migliore possibile. Abbiamo le idee chiare su come difendere il lavoro e il futuro degli italiani». Nel frattempo a “Tagadà” su La7 ha parlato il quirinalista del “Corriere della Sera” Marzio Breda, da sempre molto informato sull’ambiente del Colle: «Non bisogna scandalizzarsi se il capo dello Stato su alcuni ministeri eccepisce qualcosa». Secondo Breda, il potere di nominare i Ministri è “duale”: «Sta in capo a due soggetti: il presidente del Consiglio incaricato e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che deve nominare». Sempre secondo il quirinalista, al Colle starebbero particolarmente “a cuore” le caselle di Esteri, Difesa e Interni: in questo senso, il totoministri al momento vede nel borsino di giornata salire le quotazioni di Belloni alla Farnesina, Urso alla Difesa (o La Russa di FdI), Molteni (Lega) al Viminale se non dovesse andare il prefetto Piantedosi.



SALUTE, GIUSTIZIA E PALAZZO CHIGI: GLI ULTIMI TOTOMINISTRI

Nel giorno in cui emerge con sempre più forza la possibilità di un legame a distanza assai forte tra Mario Draghi e Giorgia Meloni per assicurare al meglio i prossimi mesi dell’Italia chiamata ai tanti scottanti dossier internazionali, è la stessa leader di Fratelli d’Italia ad intervenire brevemente entrando alla Camera sulle “voci” circa la presenza di diversi nomi “tecnici” nel totoministri che circola sul suo nuovo Governo. «Sarà un governo di tecnici? Ragazzi, io leggo cose abbastanza surreali sulla stampa, che poi dovrei anche commentare. Consiglio prudenza», ha detto la Meloni entrando a Montecitorio, aggiungendo «Temo che voi facciate confusione, è l’unica cosa che sto temendo».



Le presunte tensioni sui tecnici tra i partiti di Centrodestra vengono smentite anche da Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia: «Ricostruzioni giornalistiche che non trovano riscontro», ha detto il n.2 di Berlusconi a Radio24, «Noi abbiamo solo detto che questo è un governo politico, se c’è qualche personalità di rilievo che può rientrare nel progetto, bene. E’ la qualità che conta». Un possibile nome di qualità e non politico emerso nelle ultime ore per il totoministri del Governo è quello di Giorgio Palù, attuale presidente di AIFA e possibile prossimo Ministro della Salute. In lizza resta comunque Licia Ronzulli con Berlusconi che la vorrebbe per un Ministero di peso come la Sanità o la Scuola: Edoardo Rixi (Infrastrutture), Gian Marco Centinaio (Agricoltura), Giulia Bongiorno (Giustizia) sarebbero invece i tre nomi che circolano nella Lega per la presenza ‘minima’ del Carroccio al prossimo Governo Meloni.

NUOVO GOVERNO MELONI: TOTOMINISTRI E IL NODO DEI TECNICI

Giorgia Meloni sta lavorando per presentare la squadra di Governo entro e non oltre il 18-20 ottobre 2022: il totoministri che continua a presentare nuovi nomi, “affossarne” altri, “rispolverare” altri ancora non fa che seguire l’evoluzione del frenetico susseguirsi di interlocuzioni in casa Centrodestra. Il nuovo Governo Meloni, nell’idea della Premier in pectore (e forse pure del Quirinale) vorrebbe essere pronto per il prossimo Consiglio Europeo dove si discuterà la partita chiave dell’energia in campo UE. Per farlo però occorre trovare la chiave di volta nella formazione dell’esecutivo e qui il totoministri di queste ore inizia a dare qualche importante indicazione, per ora solo sussurrata, del vero nodo in campo nell’area di Centrodestra.

Tecnici sì, tecnici no: su questo discute Meloni con Salvini, Berlusconi e Lupi e su quello si giocherà l’intera partita in queste due decisive settimane. Come ribadito stamane sia dall’ex Cavaliere che da Tajani, Forza Italia spinge affinché vi sia un Governo per lo più prettamente politico mentre da più parti si rincorrono le “voci” in merito alla volontà di Giorgia Meloni di presentare 7-8 Ministri in quota “tecnici” per rassicurare i mercati e rendere più stabile il prossimo esecutivo. La partita è tutta lì, con la Lega che pure nel Consiglio Federale di domani presenterà i nomi da offrire a FdI per la lista di Ministri finale: addirittura secondo i rumors dati da “LaRepubblica”, Meloni vorrebbe 3 Ministeri a testa per Lega e FI con 12 Ministri “tecnici” e 5 in quota Fratelli d’Italia. Non solo, la leader vincitrice delle Elezioni nella sua lista di “totoministri” in queste ore avrebbe chiesto agli alleati nomi e figure “inattaccabili” per evitare di partite azzoppati con tensioni e polemiche.

IL TOTOMINISTRI DEL GOVERNO MELONI: IL BORSINO, CHI SALE E CHI SCENDE

La Lega potrebbe ottenere al momento i nomi di Agricoltura (Centinaio), Riforme (Calderoli?) e il MISE di Giorgetti: Salvini però spingere per avere la casella del Viminale, con la partita tutta da giocare tra l’ipotesi Tajani e quella Piantedosi-Pecoraro (un prefetto insomma, un tecnico per il Ministero dell’Interno). Il totoministri corre, le dichiarazioni ufficiali invece stanno a zero per preciso volere di Giorgia Meloni che vorrebbe evitare di “bruciare” nomi e presentare la squadra di Governo “snella” e pronta per affrontare tutti gli enormi nodi internazionali sul tavolo. Nel borsino del totoministri di questo inizio ottobre troviamo il nome per il Ministero dell’Istruzione (MIUR) di una figura molto cara a Matteo Salvini: Giuseppe Valditara, già in precedenza con ruolo importante a Viale Trastevere, potrebbe spuntarla su altri candidati come Anna Maria Bernini o la stessa Licia Ronzulli, già in “corsa” per altre cariche come Salute o Famiglia.

Sempre al MIUR sono stabili le quotazioni del totoministri per il Governo Meloni di Mario Pittoni (responsabile Scuola della Lega) mentre al ribasso sono Luca Ricolfi (che ha rifiutato ogni incarico) e Carmela Bucalo, responsabile Scuola di Fratelli d’Italia. Resta importante il nodo del MEF con la scelta di Meloni che virerebbe su Fabio Panetta con il solo problema poi di trovare in quella cruciale casella europea nella BCE un nome di altrettanto valore e peso per sostituirlo. Dipenderà molto però dalla quota di tecnici accettata dagli alleati della futura Presidente del Consiglio: se sarà minima o massima, ecco che cambieranno e non poco le sorti di diversi Ministeri chiave come appunto Economia, Esteri, Difesa e lo stesso Viminale. Alla Salute resta aperta la partita tra Licia Ronzulli (FI), Andrea Mandelli (presidente dell’Ordine dei farmacisti di Milano), Francesco Rocca (Croce Rossa), Matteo Bassetti (infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova) e Francesco Vaia (dg dello Spallanzani); alla Giustizia invece si va dall’ex magistrato Carlo Nordio a candidature più “politiche” come quelle di Giulia Bongiorno (Lega) e Anna Maria Bernini (FI). Più certi sembrano i ruoli che avrà a disposizione Fratelli d’Italia: il totoministri al momento vede Raffaele Fitto agli Affari europei, ballottaggio tra Adolfo Urso e Guido Crosetto alla Difesa, Fabio Rampelli alle Infrastrutture.