IL TOTOMINISTRI IN STANBY IN ATTESA DEL VOTO ALLA CAMERA: LE NOVITÀ

È tutto sospeso nell’attesa di capire se e come terrà l’accordo del Centrodestra per il Presidente della Camera: dopo la baraonda al Senato ieri, il totoministri del prossimo Governo Meloni risulta “appeso” all’esito di Montecitorio per il quarto voto di questa mattina (dopo le ore 10.30). Forza Italia ha annunciato che voterà Lorenzo Fontana, d’accordo con Lega e FdI ma resta il dubbio su come terrà il gruppo a Montecitorio diviso tra i “vicini” a Tajani (fedele al Centrodestra) e i “vicini” a Ronzulli, scontenti per come è andata la votazione di ieri al Senato. Nel frattempo il totoministri continua con le novità più importanti legati ai nodi centrali di Economia e Sviluppo Economico: «Giorgetti sarebbe un ottimo Ministro dell’Economia», ha detto ieri Giorgia Meloni svelando il nome candidato-favorito per il MEF. 



Per quanto riguarda invece il MISE i nomi che si fanno più concreti sono quelli di Antonio Tajani in Forza Italia ma sopratutto Antonio D’Amato, ex Presidente di Confindustria e imprenditore napoletano di lungo corso. Resta però il “caso Ronzulli” con Berlusconi ancora convinto di poter ottenere le proprie richieste, forse proprio rassicurato sull’esito e per questo intenzionato a far votare Fontana alla Camera. Lo scoop è stato poi mandato ieri da Enrico Mentana su La7 avendo mostrato l’immagine del foglio di Berlusconi con i 6 nomi “desiderati” dal Cav: si tratta di Antonio Tajani, Anna Maria Bernini, Licia Ronzulli, Elisabetta Alberti Casellati, Maurizio Gasparri e Alessandro Cattaneo. Non è dato sapere se tutti diverranno Ministri del prossimo Governo Meloni, di certo sono le richieste fatte da Forza Italia seguendo il criterio – non avvenuto durante il Governo Draghi – di scegliersi ognuno i nomi in casa propria. 



IL TOTOMINISTRI DEL GOVERNO MELONI: COME CAMBIA DOPO LA “BAGARRE” AL SENATO SU FORZA ITALIA

Lo si sapeva: il totoministri del Governo Meloni sarebbe dovuto passare dalla prova dell’Aula per verificare la tenuta della lista di ministeri “abbozzata” in questi giorni dalla Premier in pectore Giorgia Meloni. Ebbene, l’accordo del Centrodestra sul nome di Ignazio La Russa come Presidente del Senato si è concretizzato ma in maniera del tutto diversa da quanto ci si aspettava: il candidato FdI, dopo il passo di lato di Calderoli (Lega), è stato eletto come successore di Elisabetta Casellati ma vi è riuscito senza il voto praticamente di tutti i senatori di Forza Italia. Silvio Berlusconi e la stessa Casellati hanno votato, mentre gli altri 16 “azzurri” non sono entrati nell’urna e il motivo è da ricercare proprio nella “bagarre” sul totoministri avvenuto stamane tra Berlusconi e Fratelli d’Italia. A votare per la Russa aggiungendosi ai voti compatti di FdI e Lega, sono stati almeno 17 senatori dell’opposizione: Pd, M5s e Terzo Polo si accusano a vicenda per cercare di scoprire chi siano i “franchi tiratori” entrati in azione questa volta a favore della maggioranza e non contro.



«La trattativa sui Ministri del prossimo Governo è finita», ha annunciato Berlusconi uscito sconfitto dal voto in Aula. Il Cavaliere ha tentato di ottenere le sue richieste – un ministero di peso per Licia Ronzulli e le caselle di MISE e Giustizia (per rispettivamente Antonio Tajani e uno tra Francesco Paolo Sisto e Maria Elisabetta Alberti Casellati) – provando anche a far saltare l’accordo su La Russa: il “gioco” non è riuscito per l’intervento clamoroso di parte delle opposizioni ma resta la problematica interna a Forza Italia. «Nessun ministero alla Ronzulli – ha ribadito Berlusconi – e non va bene perché non si devono dare i veti». Resta ora da capire cosa succederà alla Camera, se ad esempio FI non ottenga come “risarcimento” la poltrona del Presidente (al posto della Lega come da accordo), ma a quel punto anche la natura del totoministri muterebbe con il Governo Meloni che potrebbe allora ospitare una casella in più per il Carroccio che oggi ha dimostrato piena lealtà all’accordo stipulato.

GOVERNO MELONI, TUTTI I NOMI DEL TOTOMINISTRI

I nodi insomma restano quasi tutti sciolti se non per le caselle apicali di MEF (Economia) e MISE (Sviluppo Economico), e le meno “mediatiche” come Cultura, Istruzione ed Energia. Il totoministri del Governo Meloni ancora in discussione tra i partiti della coalizione vede al momento le quotazioni in rialzo ulteriori per Giancarlo Giorgetti al Ministero dell’Economia e Finanze, mentre occorre capire se Berlusconi otterrà ancora il ruolo del MISE per il “suo” Antonio Tajani. Dalle ricostruzioni costruite in questi giorni dalle fonti interne del “Sussidiario” nella Lega i ministeri quasi certi di esserle assegnate sono Infrastrutture (dove permane il nome di Matteo Salvini), Viminale (Nicola Molteni se non va il prefetto Matteo Piantedosi), Trasporti (Edoardo Rixi), Agricoltura (Gian Marco Centinaio), Autonomie (Erika Stefani), Disabilità, Famiglia & Natalità. A Forza Italia i “nodi” precedentemente esposti, con la conferma – almeno per il momento – che Licia Ronzulli esce ufficialmente dal totoministri senza di fatto ottenere nulla (Istruzione, Salute, Pari Opportunità le caselle ipotizzate).

Maurizio Lupi sembra essere destinato a diventare il prossimo Ministro per i Rapporti con il Parlamento, mentre sul fronte Fratelli d’Italia i nomi restano quelli degli scorsi giorni: Raffaele Fitto agli Affari Europei, Daniela Santanchè al Turismo, Giovanbattista Fazzolari come sottosegretario a Palazzo Chigi, Adolfo Urso alla Difesa, Fabio Rampelli o Giordano Bruno Guerri alla Cultura. Restano le caselle dei tecnici con l’ultimo aggiornamento sul totoministri che vede Giuseppe Valditara all’Istruzione – ma salgono le quotazioni di Annamaria Bernini, con la fusione di MIUR e Università – Guido Bertolaso o Guido Rasi alla Salute; Fabio Panetta, Dario Scannapieco, Luigi Federico Signorini, Domenico Siniscalco, Fabrizio Saccomanni, Mario Canzio e Vincenzo Fortunato le alternative per il MEF se Giorgetti non sarà della partita; Esteri con Elisabetta Belloni o Stefano Pontecorvo.