TUTTE LE TRATTATIVE NEL CENTRODESTRA TRA TOTOMINISTRI E PRESIDENTI CAMERA-SENATO

«Siamo a lavoro sul governo, che nascerà presto. Non c’è tempo da perdere. Tutto si risolverà»: le parole di Matteo Salvini rilasciate a La7 confermano due elementi. In primis, il totoministri e totopresidenti di Camera e Senato ancora non ha chiuso la partita, con le varie discussioni interne al Centrodestra che proseguono anche con toni non sempre “concilianti”; in secondo luogo, la Lega uscita dal Consiglio Federale con il leader Matteo Salvini valuta le varie caselle del prossimo Governo con «nessun veto, preclusione o impuntatura. C’è massima disponibilità a confrontarsi e ad assumersi tutte le responsabilità richieste da un momento cosi’ difficile per il Paese», commenta la nota del Carroccio. I vertici bilaterali tra Villa Grande (residenza romana di Berlusconi) e Parlamento non hanno ancora visto assieme nello stesso momento tutti i leader di coalizione: «C’è ancora stasera, c’è ancora tempo ma non troppo», commenta Giorgetti uscendo dall’incontro con Salvini.



«Il partito di Matteo Salvini – filtra dal partito alle agenzie – non vede l’ora di cominciare a occuparsi dei dossier di governo. Il segretario ha spiegato che se verrà chiesto alla Lega di occuparsi di temi fondamentali come economia, sicurezza, opere pubbliche e autonomia sappiamo come farlo e con chi farlo». Secondo quanto ricostruito da fonti interne raccolte dal “Sussidiario.net”, il nodo sul totonomi per i Presidenti di Camera e Senato è tutto legato al “derby” interno tra Ignazio La Russa (favorito) e Roberto Calderoli, su cui il Carroccio non “molla” in vista delle votazioni di domani mattina. Le interlocuzioni tra Parlamento e totoministri si fanno fitte nelle ore a ridosso della convocazione di Camera e Senato: sempre da fonti raccolte possiamo confermare come dalla Lega i ministeri quasi certi di esserle assegnate sono Infrastrutture (dove permane il nome di Matteo Salvini), Viminale, Agricoltura (Centinaio), Autonomie, Disabilità, Famiglia & Natalità. Per Forza Italia invece i nodi restano MISE (con il nome di Tajani in pole) e Giustizia (Sisto o Casellati): restano ancora “libere” le caselle di Cultura, Lavoro, Istruzione e Università, mentre sul MEF il nome di Giorgetti resta al momento il principale candidato dopo i tanti “no” ricevuti dai tecnici individuati da Giorgia Meloni. Il ragionamento della Lega in queste ore sarebbe riferito allo scambio di battute con gli alleati di FdI: il Carroccio non ha chiesto il MEF ergo non accetta lo “scambio” tra Economia e due altri Ministeri invece richiesti che andrebbero persi.



ORE CALDISSIME PER IL TOTOMINISTRI DEL GOVERNO MELONI: TUTTI I NODI

Sono ore “caldissime” per la nascita del Governo Meloni: il totoministri impazza più si avvicina il momento della nomina dei Presidenti di Camera e Senato (domani mattina dalle 10 la convocazione dei due rami del Parlamento) da cui dipende già tanto dell’assetto per la prossima squadra di Palazzo Chigi. La Premier in pectore Giorgia Meloni ci ha tenuto a precisare ieri come le tempistiche per la nascita dell’esecutivo non dipendono dall’accordo nel Centrodestra: sono i tempi tecnici scanditi dalla legge (e dal Quirinale) che hanno non fanno sì che l’incarico da Mattarella giunga sulla coalizione vincitrice alle Elezioni politiche 2022. Resta comunque il rebus per il totoministri da comporre ancora in queste ore, con alcune caselle quasi “certe” e altre invece ancora tutte da discutere nel vertice di coalizione annunciato da Meloni per oggi pomeriggio a Roma, alla presenza di tutti i leader di partito (Salvini, Berlusconi, Lupi e ovviamente la leader di Fratelli d’Italia).



Il principale nodo ancora tutto da sciogliere è quello del MEF: si pensava ad un tecnico per la casella dell’Economia e Finanze (Fabio Panetta, Dario Scannapieco, Luigi Federico Signorini, Domenico Siniscalco, Fabrizio Saccomanni, Mario Canzio e Vincenzo Fortunato) ma il totoministri in mano al Governo Meloni in queste ore ha visto salire e non poco la candidatura di Giancarlo Giorgetti, n.2 della Lega. Il Carroccio ha fatto sapere ieri con Salvini e tutto il board centrale di essere onorati alla sola idea, anche se mantengono la “barra dritta” su un altro nodo possibile: o la Presidenza del Senato o il Viminale (oltre ai dicasteri di Infrastrutture, Autonomie, Agricoltura e forse Giustizia). Qui la partita si complica visto che per la Presidenza di Palazzo Madama in realtà il nome favorito è quello di Ignazio La Russia, lasciando alla Lega la Camera dei Deputati. Il “braccio di ferro” andrà risolto entro domani mattina quando cominceranno le prime votazioni in Parlamento: quando detto però martedì sera da Maurizio Lupi (leader di Noi Moderati, in corsa nel totoministri per il ruolo dei Rapporti con il Parlamento) sembra chiarire la vicenda, «Credo si possa dire che si va verso una presidenza del Senato a FdI e della Camera alla Lega».

TOTOMINISTRI GOVERNO MELONI: I PIÙ “CERTI” E LE TRATTATIVE SUL PARLAMENTO

In questo senso il doppio derby è servito: se nel totoministri la Lega si riterrà soddisfatta di quanta rappresentanza avrà nel prossimo Governo Meloni, allora lascerà campo libero a La Russa per la Presidenza del Senato ottenendo di contro la poltrona della Camera da “giocarsi” tra Riaccado Molinari e lo stesso Giorgetti. Diversamente, se il braccio di ferro non dovesse risolversi oggi pomeriggio nel vertice, allora la Lega tenterà di giocarsi Roberto Calderoli come nome caldo al Senato lasciando a Fabio Rampelli (FdI) la casella di Montecitorio. Il totoministri come si può vedere in queste ore dipende non poco da come andranno le votazioni di domani: anche per Forza Italia le trattative proseguono con Giorgia Meloni per ottenere i propri “desiderata”. Il piano A di Berlusconi prevede Antonio Tajani agli Esteri, Francesco Paolo Sisto alla Giustizia e Licia Ronzulli in un Ministero di peso come MIUR, Salute o Agricoltura: se però gli attriti nel Centrodestra dovessero rimanere, ecco pronto il “piano B” secondo diversi totoministri fatti in queste ore da fonti parlamentari. Tajani slitterebbe al MISE, Elisabetta Casellati alla Giustizia mentre Ronzulli farebbe un passo indietro e si accaserebbe al Ministero del Turismo, dove però il nome sarebbe già pronto in FdI con Daniela Santanché.

Ci sono ovviamente caselle e ruoli invece già ben stabiliti da tempo e con solo qualche “tandem” da risolvere: all’Energia, il nuovo Ministero voluto dalla leader di Fratelli d’Italia, il nome forte è quello di Paolo Scaroni ex ad dell’ENI e attuale Presidente del Milan. Per il Viminale, se la Lega farà un passo indietro è pronto Matteo Piantedosi, in alternativa Nicola Molteni del Carroccio; per la Difesa il “derby” è tutto meloniano tra Adolfo Urso e Guido Crosetto, mentre all’Università si fa forte nel totoministri del nuovo Governo Meloni il nome di Letizia Moratti (un ritorno dai tempi dei Governi Berlusconi). Alla Salute, in alternativa a Ronzulli, restano caldi i nomi di Guido Bertolaso e Guido Rasi come “super-tecnici”, mentre ai Trasporti il nome è quello di Edoardo Rixi della Lega. Gli altri ministeri che sembrano destinati alla Lega invece hanno le seguenti “candidature”: Gian Marco Centinaio alle Politiche Agricole; Erika Stefani alle Autonomie Regionali; Giuseppe Valditara all’Istruzione (in alternativa Anna Maria Bernini o la stessa Ronzulli, entrambe in Forza Italia). Lato FdI invece il totoministri del Governo è già molto più “tranquillo” con ruoli ormai quasi certi: Raffaele Fitto agli Affari Esteri, Daniela Santanché al Turismo, Fabio Rampelli o Giordano Bruno Guerri alla Cultura.