IL TOTOMINISTRI DEL GOVERNO MELONI: TUTTI I NODI AL MEF

Dal 13 ottobre in poi ogni giorno può essere quello buono per le dimissioni formali del Presidente Draghi e la convocazione del Quirinale per consultazioni e incarico di Governo alla leader di FdI Giorgia Meloni: il totoministri del Governo Meloni dunque non può che elevare i “decibel” del dibattito in queste ore, con l’inizio della settimana decisiva per avere un’idea ormai definitiva sulla lista di nomi da presentare al Presidente della Repubblica. 3, massimo 4 nomi di tecnici “d’area” che possano entrare nell’esecutivo di Centrodestra ma sui quali ancora non vi sarebbe un pieno accordo anche per i presunti “no grazie” ricevuti dagli stessi interpellati. Il nodo dei nodi riguarda il Ministero dell’Economia dove al momento Giorgia Meloni avrebbe il “suo” candidato che però non accetta di venir via dal board BCE per entrare nel Governo. Il totonomi sul MEF ha infatti Fabio Panetta in pole, ma resta un’opzione difficile specie se il Colle non riuscisse nell’intento di convincerlo a “scoprire” il fronte Banca Centrale Europea.



Le alternative non mancano ma fino ad ora non sembrano aver trovato pieno consenso tra gli alleati, o in alcuni casi si sono auto-eliminati gli stessi tecnici sondati: secondo “LaRepubblica”, dal totoministri del Governo Meloni sarebbe uscito Dario Scannapieco per il suo “no” alla proposta della Premier in pectore. Restano dunque, salvo ripensamenti di Panetta o Scannapieco, i nomi di Domenico Siniscalco, Fabrizio Saccomanni o dei due “consigli” dati da Giulio Tremonti (che resta per il momento ai margini della lista sul MEF, ndr) come Mario Canzio (ragioniere generale dello Stato in pensione) e Vincenzo Fortunato, funzionario del Tesoro ed ex capo di gabinetto del ministero dell’Economia. Se però non si riuscisse a trovare un nome “tecnico” per tranquillizzare mercati ed Europa, ecco allora le alternative politiche: su tutti, l’attuale Ministro del MISE Giancarlo Giorgetti, in alternativa Maurizio Leo (FdI) o lo stesso ex superministro del’Economia nell’ultimo Governo Berlusconi.



BERTOLASO, CENTINAIO, RONZULLI: IL TOTOMINISTRI PIÙ “POLITICO”

Dai nodi ai dubbi da sciogliere, il totoministri del Governo Meloni sembra vedere una lista già più semplice da comporre per altre caselle all’interno del prossimo esecutivo: Elisabetta Belloni o Antonio Tajani, qui la sfida per gli Esteri, così come al Viminale – una volta che Salvini sembra essersi adeguato al “niet” sul suo ritorno all’Interno – il nome forte resta quello del prefetto di Roma Matteo Piantedosi. Sempre sul fronte “tecnici” anche la partita sul Ministero della Salute vede un totoministri serrato: il preside della facoltà di Medicina del Gemelli, Rocco Bellantone; l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso; l’ex n.1 di EMA Guido Rasi; in alternativa, resta caldo il nome di Licia Ronzulli per cui Berlusconi sta chiedendo un ministero di “peso” tra Salute, Istruzione o Agricoltura. Sulle politiche agricole in realtà il nome nel totoministri è da tempo quello di Gian Marco Centinaio, in alternativa il “suo” segretario nella Lega Matteo Salvini.



Proprio sul nome dell’ex Ministro si gioca molto della partita politica del prossimo Governo Meloni: niente Viminale, restano in auge le ipotesi Agricoltura, Infrastrutture o nuovo Ministero di Famiglia e Natalità. Alla Giustizia la leader FdI punta dritto sull’ex magistrato Carlo Nordio, in alternativa Giulia Bongiorno (Lega) o Francesco Paolo Sisto-Elisabetta Casellati (FI). Per il MISE resta in auge il nome di Guido Crosetto, che intanto “sfida” nel totoministri alla Difesa il favorito Adolfo Urso: da ultimo, nomi quasi ormai certi come Raffaele Fitto agli Affari Esteri, Daniela Santanché al Turismo, Maurizio Lupi ai Rapporti con il Parlamento, Erika Stefani alle Autonomie. «Avremo la grande responsabilità di dare risposte immediate ai problemi degli italiani», ha detto ieri nel lungo messaggio inviato alla festa di VOX in Spagna, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. La lista nel totoministri è ancora da comporre e ultimare ma il tempo stringe: «Non abbiamo un minuto da perdere», ha aggiunto la futura Presidente del Consiglio.