«Non farò mai i nomi, ma c’è qualche dirigente che ride ed è contento quando la Roma perde: se hai queste persone dentro Trigoria, non vai da nessuna parte. Se sei unito, non deragli e vai dritto fino alla fine: se qualcuno esce dal binario, sei finito»: questa la bordata di Francesco Totti nei confronti di alcuni membri dell’organigramma della Roma, mettendo nel mirino anche i calciatori poco attaccati alla maglia. Poi su James Pallotta: «Non ho mai avuto la possibilità di confrontarmi con lui, deve passare il messaggio che la Roma è la Roma, il resto non conta niente ma lui deve essere bravo a cambiare registro». Poi su Florenzi e Pellegrini, due simboli della romanità: «Florenzi non l’ho sentito, ho sentito Lorenzo e gli faccio i complimenti per ieri. Non ci credeva, ma ci crederà. A lui gli ho promesso tante cose, spero che queste cose possano avverarsi: è un ragazzo speciale, forte sia in campo che fuori. Può fare bene alla Roma, può dare tanto a questa società ed a questa maglia, la onorerà fino alla fine: qualche romano dentro la Roma serve sempre, fidatevi». Possibile futuro nell’Italia con Mancini? «Mancini è il ct della Nazionale, sperando che possa fare bene: ha una grande Nazionale, deve essere bravo a portarla sul tetto d’Europa. Io, da ambasciatore, cercherò di portargli fortuna». Totti poi commenta così la domanda sulla proprietà, se si sono accorti di cosa levano a Roma: «Per me non si rendono conto perchè non vivono la quotidianità: non vivono il tifoso, le radio e le tv, non sanno niente. Stando sul posto è totalmente diverso: gli arriva l’1% di ciò che accade qua». «Io non ho rabbia, non voglio andare contro nessuno: sto spiegando il perchè mi sono dimesso. Faccio la conferenza perchè ci sono stai dei problemi in questi due anni ed ho preso questa decisione brusca. Se avessi la possibilità di entrare con un’altra proprietà, sarò dirigente a 360° gradi», precisa Totti, che prosegue: «Giocatori sconsigliati in passato? Non farò nessun nome contro un giocatore. Tornavo dalle vacanze il primo anno, mi hanno chiesto un parere su un calciatore e dissi che non avrebbe potuto fare bene alla Roma. Io avrei fatto un’altra scelta e ci avrei azzeccato da un certo punto di vista». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“MI HANNO PUGNALATO ALLE SPALLE”
Francesco Totti dice tutto: il Pupone nella conferenza stampa d’addio alla Roma racconta la sua verità sulle dimissioni e su quanto accaduto negli ultimi due anni. «Non avrei cambiato la Roma, ma avrei dato un contributo. Le promesse sono state tante, reali non tanto: a me da tifoso dispiace, perchè da tifoso ho dei sogni. Quali sono? Di poter vedere la Roma competere ad alti vertici come era tanti anni fa, quando lottavamo per il primo posto e qualche coppa si vinceva», spiega l’ex numero 10, che evidenzia: «Purtroppo ci sono dei problemi finanziari che vanno rispettati: se si deve vendere perchè stai a -50,-60 milioni, bisogna vendere calciatori importanti e la squadra si indebolisce. Non puoi vendere i calciatori della Primavera». E rivela: «Se sono stato pugnalato? Sì, non farò nomi ma ci sono persone che non vogliono che sto dentro Trigoria. Chi riporta le cose al presidente? Ci sono delle persone che purtroppo fanno il male della Roma: Pallotta tante cose non le sa, si fida sempre di queste persone. Questo è il suo errore principale. Io conosco Trigoria come le tasche dei jeans, so per filo e per segno come va gestito Trigoria: non perchè sono più intelligente di tutti, ma perchè ci sono cresciuto là dentro». Una battuta su Mauro Baldissoni: «E’ stato un dirigente della Roma… Ha cercato di direzionarmi, non so dove ma mi ha direzionato (ride, ndr). Diciamo che mi ha aiutato da qualche punto di vista: non ce l’ho con lui, Mauro è vice-presidente ed ha una carica importantissima». Totti poi a proposito del futuro: «Valuterò alcune offerte, ci sono state alcune offerte da squadre italiane: una ricevuta questa mattina. Io prenderò tutto in considerazione, ora sono libero. Juventus o Napoli? Ora non esageriamo: per rispetto dei tifosi, no. Chi mi ha contattato? Si dice il peccato ma non il peccatore». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“CONTE-ROMA, C’ERA L’OK MA…”
«Se ho preso questa decisione è perché non ho potuto fare niente, soprattutto sul piano tecnico: capisco un po’ di più rispetto a tante altre persone che stanno a Trigoria, ho le basi e l’occhio per guardare diversamente. Non voglio fare altre cose, perché penso di poter fare questo abbastanza bene», spiega Francesco Totti nella sua conferenza stampa d’addio alla Roma, analizzando cosa è accaduto negli ultimi tempi: «Tante cose mi hanno fatto riflettere e pensare, non sono mai stato reso partecipe: solo quando erano in difficoltà mi chiamavano nelle riunioni, avrò fatto dieci riunioni in due anni. Mi chiamavano sempre all’ultimo, quasi come se mi volessero accantonare da tutto, dopo un po’ il cerchio si stringe e subentra il rispetto verso la persona. Ho cercato in tutti i modi di mettermi a disposizione e di cercare di portare qualcosa in più in questa società. Ma era diverso il pensiero dell’altra parte». E racconta il suo dolore: «Oggi potevo anche morire, era meglio, ma per il bene della Roma è meglio che mi stacchi io. Tanti personaggi nella Roma hanno detto che ero troppo ingombrante per questa società…». Il Pupone afferma di non aver mai avanzato richieste economiche: «Io di soldi non ho mai parlato e non ho mai chiesto niente: ho chiesto di fare il dt perchè credo di avere queste competenze, non ho mai chiesto di comandare tutto. Ho chiesto di dare un forte contributo e di metterci la faccia, di decidere come decidono gli altri. Non sono andato a Londra perchè mi hanno avvertito due giorni prima, avevano già deciso l’allenatore: cosa andavo a fare? Riguardo tutto quello che che è stato scritto, l’unico allenatore che ho sentito è stato Antonio Conte: gli altri non li ho mai sentiti, mai successo». E spiega su Conte: «Prima che Pallotta sapesse, io e Fienga abbiamo chiamato Conte: Antonio ci aveva dato l’ok, l’abbiamo visto e sentito diverse volte ma poi ci sono stati dei problemi ed ha scelto l’Inter. Pallotta era contento di questa cosa qua, che si potesse fare».
Una battuta sull’addio di Daniele De Rossi: «Io già da settembre dissi ad alcuni dirigenti di avvertire De Rossi che sarebbe stato il suo ultimo anno, al contrario di quanto successo con me. La cosa si è complicata, i risultati non venivano ed un contesto difficile: le cose vanno fatte subito, non bisogna perdere tempo. A Trigoria ci deve essere una persona che prende decisioni, non dieci. Io con Daniele ci ho parlato da amico, non da dirigente: gli ho dato un mio parere per ciò che sentivo. Gli davo consigli da amico, per fargli aprire gli occhi: il problema è poi arrivato, come successo con me». Sulle voci su Sarri poi evidenzia: «Non l’ho mai contattato. Era un suo pallino (di Pallotta, ndr). Non so quali fossero i suoi obiettivi o le sue valutazioni, so solo che Sarri era un pallino di quella persona. E’ un grande allenatore, avrebbe fatto comodo però anche lui era sotto contratto con il Chelsea e c’erano un po’ di problemi con il club. In questo momento però stiamo parlando del nulla, parliamo dell’attualità: Fonseca deve trovare un ambiente tranquillo e sereno, una strada percorribile e senza intoppi. La gente lo stima per come si è messo a disposizione, è un grande allenatore che ha studiato e che ha fatto bene allo Shakhtar: spero che possa fare bene con questa squadra». E ribadisce: «Io parlo di Conte: lui doveva venire qua a fare una rivoluzione, ma Pallotta voleva una continuazione e non una rivoluzione». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
FRANCESCO TOTTI: “NON STO CON I BUGIARDI”
Francesco Totti è un fiume in piena nel corso della conferenza stampa al Coni: il Pupone ha dato l’addio alla Roma e non ha peli sulla lingua. «Non è stata colpa mia perché non ho mai avuto la possibilità di esprimermi, non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci poteva stare, il secondo avevo già capito cosa volevo fare ma non ci siamo mai trovati, mai aiutati l’uno con l’altro: conoscevano la mia voglia di dare tanto a questa società, ma loro non hanno mai voluto, mi hanno tenuto fuori da tutto», spiega Totti, che poi lancia un messaggio ai tifosi: «Io al popolo di Roma devo dire solo grazie per come mi ha sempre trattato, c’è sempre stato un rispetto reciproco sia in campo che fuori. Posso dire soltanto di continuare a tifare questa squadra, che per me è la più importante del mondo. Vederla in queste difficoltà mi rattrista e mi dà fastidio, i tifosi della Roma sono diversi dagli altri: la passione, la voglia, l’amore che ci mettono è talmente grande che non potrà mai finire. Anche da fuori continuerò a tifare sempre Roma, sottolineo che è un arrivederci e non un addio: è impossibile vedere Totti fuori dalla Roma». «Prenderò altre strade, quando un’altra proprietà punterà forte su di me sarò pronto. Cosa farò? In questo momento ce ne sono tante di cose che posso fare: sto valutando tranquillamente, questo mese valuterò tutte le offerte che ci sono sul piatto e quella che mi farà stare meglio la prenderò con il cuore. Se prenderò una decisione, sarà quella definitiva in questo momento», prosegue l’ex attaccante giallorosso: «Tutti sappiamo che mi hanno fatto smettere. Sul lato dirigenziale, avevo un contratto di sei anni: sono entrato in punta di piedi, per me era un altro ruolo ed andando avanti con il tempo ho capito che fossero due cose sostanzialmente diverso. Sono state fatte tante promesse ma non sono mai state mantenute».
Nel mirino l’amministrazione americana: «E’ stato sempre un pensiero fisso di alcune persone quello di levare i romani dalla Roma: un pensiero che alla fine è prevalso, sono riusciti ad ottenere quello che volevano. Da otto anni a questa parte, gli americani hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte». Una battuta sul rapporto con Franco Baldini: «Non c’è mai stato e mai ci sarà: se ho preso questa decisione penso che sia normale che ci siano equivoci e dei problemi interni alla società. Uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io: troppi galli a cantare non servono, ci sono troppe persone che mettono bocca su cose che fanno solo danni, ognuno dovrebbe fare il suo e così sarebbe più facile per tutti». E lancia una frecciatina ai “bugiardi”: «Tutti conosciamo i problemi della società, soprattutto per il FPF: bisogna vendere calciatori entro il 30 giugno, hanno fatto la scelta di vendere i calciatori più forti e blasonati per tamponare i problemi. Perciò penso che bisogna essere trasparenti con i tifosi, come ho detto ai dirigenti: bisogna dire la verità anche se brutta. Quando dissi un anno fa che la Roma sarebbe arrivata quarta o quinta, mi dissero che ero incompetente e che levavo i sogni ai tifosi. Quando sei trasparente nessuno ti può dire niente, io sono abituato a dire la verità e per questo non posso stare qua dentro». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
FRANCESCO TOTTI IN CONFERENZA: “HO DATO LE MIE DIMISSIONI DALLA ROMA”
Francesco Totti ha dato l’addio alla Roma: questo l’annuncio nel corso della conferenza stampa al Coni della leggenda giallorossa. Ecco le sue parole: «Vorrei ringraziare il presidente Giovanni Malagò per avermi dato questa possibilità in questo posto bellissimo. La comunicazione un po’ meno bella rispetto al posto: alle 12.41 del 17 giugno ho mandato una e-mail al CEO della Roma dove scrivo un po’ di parole, un po’ di frasi, per me impensabili e inimmaginabili. Gli ho scritto di aver dato le mie dimissioni dall’AS Roma». Prosegue il Pupone: «E’ arrivato questo fatidico giorno che per me è molto brutto e molto pesante, ma viste le condizioni penso che sia stato doveroso e giusto prendere questa brusca decisione, anche perché non ho mai avuto la possibilità operativa di poter lavorare sull’area tecnica. Per questo motivo ho preso questa decisione un po’ difficile pensata da tanti mesi, è la più coerente e la più giusta: davanti a tutti ci deve essere la Roma, la squadra da amare. Oggi non ci devono essere fazioni, ci deve essere un unico obiettivo. Non è stata però colpa mia prendere questa decisione». E sottolinea: «La Roma l’ho messa davanti a tutti, è la mia seconda casa se non la prima: ho passato più tempo a Trigoria che a casa. Prendere questa decisione è stato difficilissimo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“ECCO PERCHE'”
Finalmente Francesco Totti apre la conferenza stampa con la quale dice addio alla Roma: sono passati poco più di due anni da quel tardo pomeriggio del 2017, quando il numero 10 aveva salutato lo stadio Olimpico strapieno e in lacrime. Dopo 25 anni da calciatore, Totti diceva stop: una decisione non voluta da lui in prima persona ma “obbligata” dagli eventi, ovvero il mancato rinnovo del contratto. L’atmosfera sarà ben diversa rispetto a quella di oggi: allora Totti aveva candidamente ammesso come l’atto di lasciare i colori giallorossi, almeno sul campo, fosse decisamente complicata dal punto di vista emotivo. Oggi è lui ad aver rifiutato il ruolo di direttore tecnico propostogli dalla società e, almeno stando alle indiscrezioni, nella conferenza stampa di addio potrebbero uscire tante cose anche “scomode”. Staremo a vedere, o meglio a sentire: di sicuro lunedì 17 giugno si chiude ufficialmente un’era, quella di Francesco Totti come personaggio simbolo della Roma. Mettiamoci comodi, perchè questa conferenza stampa sta per cominciare e non vediamo l’ora di assistervi. (agg. di Claudio Franceschini)
IL NUOVO VOLTO DOPO TOTTI
Mentre Francesco Totti saluta la Roma, ad arrivare in qualità di direttore sportivo sarà Gianluca Petrachi che da tempo ha trovato l’accordo con i giallorossi, e attende di essere ufficializzato. Ex centrocampista soprattutto di fascia, Petrachi ha giocato spesso e volentieri contro Totti: lo ha incrociato in Serie A quando vestiva le maglie di Torino, Cremonese e Perugia in un periodo nel quale l’ex capitano giallorosso era ancora piuttosto giovane, ma già elemento importante dei capitolini. Come dirigente Petrachi ha lavorato con l’Ancona (team manager) e direttore sportivo del Pisa, con il quale ha conquistato la promozione in Serie B sfiorando anche quella al piano di sopra. Dal 2009 al 2019 è stato DS del Torino: qui si è riunito con Giampiero Ventura e ha condotto i granata, che erano in Serie B, fino agli ottavi di Europa League. Tra i suoi colpi migliori spiccano soprattutto Danilo D’Ambrosio, Matteo Darmian e Ciro Immobile: tutti giocatori arrivati fino alla Nazionale e che sono stati rivenduti con grandi plusvalenze. Petrachi avrebbe voluto lavorare al fianco di Totti, ma così non sarà: prima ci sarà l’addio dell’ex numero 10, poi sarà annunciato anche il nuovo direttore sportivo della Roma. (agg. di Claudio Franceschini)
SCONTRO IN SOCIETÀ
Francesco Totti si prepara alla conferenza stampa con cui dirà addio alla Roma: un terremoto in seno alla società giallorossa, che però già da tempo sta vivendo una situazione difficile. Ancora a stagione in corso ha salutato Monchi, il direttore sportivo sul quale si era puntato forte ma che ha rassegnato le dimissioni dopo l’esonero di Eusebio Di Francesco, che lui aveva fortemente difeso fino all’ultimo. Al dirigente spagnolo alla fine è stata imputata una campagna acquisti “debole”, senza grandi colpi ma incentrata invece su giovani da far crescere; all’addio c’è anche Frederic Massara, che della Roma è stato collaboratore di Walter Sabatini ma anche segretario generale, ruolo che ha ricoperto per meno di un anno prima di tornare a fare il DS in sostituzione dello stesso Monchi. Oggi lascia anche Totti: di fatto la società giallorossa si trova per il momento senza un vero e proprio quadro dirigenziale, anche se è imminente l’ufficialità di Gianluca Petrachi come nuovo uomo adibito al calciomercato. Intanto però aspettiamo di scoprire quello che Totti avrà da dire circa la sua volontà di lasciare la dirigenza della squadra che è stata sua per tutta la carriera. (agg. di Claudio Franceschini)
LA STORIA E I NUMERI DEL PUPONE
Francesco Totti dà l’addio alla Roma: c’è grande attesa per la conferenza stampa nella quale l’ex capitano e dirigente indicherà i motivi che lo hanno portato alla separazione dalla squadra giallorossa. Intanto però non possiamo fare a meno di ricordare i numeri che Totti ha messo insieme nella sua carriera: 25 anni, senza contare le giovanili, interamente spesi nella Roma con cui ha esordito nella stagione 1992-1993, per volere di Carlo Mazzone. Ottavio Bianchi voleva mandarlo in prestito, la società si è di fatto opposta, alla fine le partite di Totti con i giallorossi sono state 786 per un totale di 307 gol. Nel 2006-2007 è stato capocannoniere della Serie A con 26 gol; Luciano Spalletti gli ha disegnato un ruolo da centravanti tattico di fatto anticipando quello che Pep Guardiola avrebbe poi fatto a Barcellona con Leo Messi. Ha vinto poco, sicuramente meno di quello che avrebbe potuto: uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe oltre naturalmente ai Mondiali. Del resto un tricolore nella Roma può valere molto più che un paio da altre parti; e Totti da questo punto di vista ha sempre scelto di essere fedele alla sua squadra. Fino a oggi almeno… (agg. di Claudio Franceschini)
LO SCONTRO SULL’ALLENATORE
Tra i motivi che hanno spinto all’addio alla Roma Francesco Totti ci sarebbe, come già accennato, il caso relativo al nuovo allenatore. Sarebbe stato l’ex capitano infatti a contattare direttamente Claudio Ranieri nella scorsa stagione, dopo l’esonero di Eusebio Di Francesco. Sempre lui avrebbe iniziato i “casting” per la stagione 2019-2020, riducendo la sua scelta a tre profili. Incassato il no di Antonio Conte (non convinto da una squadra poco competitiva per lo scudetto) e quello di Gian Piero Gasperini rimasto all’Atalanta, Totti non avrebbe puntato su Paulo Fonseca ritenuto ancora poco adatto al campionato italiano; tra le sue scelte ci sarebbe stato per esempio Roberto De Zerbi. Invece James Pallotta avrebbe dato l’input per il tecnico portoghese, senza che l’ex capitano fosse consultato in merito. Da qui la sensazione di essere poco importante o addirittura “sopportato”, e dunque il rifiuto di accettare il ruolo di direttore tecnico propostogli. A questo punto si consumerà l’inevitabile addio. (agg. di Claudio Franceschini)
FRANCESCO TOTTI, CONFERENZA STAMPA DI ADDIO ALLA ROMA
Si terrà quest’oggi la conferenza stampa di addio di Francesco Totti alla Roma, di conseguenza quella di ieri è stata l’ultima giornata da giallorosso in carriera per l’ex capitano. Chissà se un giorno il Pupone rimetterà mai piede a Trigoria, ma con grande probabilità fino a che ci sarà di stanza la dirigenza capitanata dal manager italo americano James Pallotta, la seconda unione non si verificherà. L’appuntamento, dicevamo, è per oggi, lunedì 17 giugno 2019, alle ore 14:00, e lo scenario è la sede del Coni in Roma, dove Francesco Totti ha indetto una conferenza stampa in cui spiegherà il perché del suo addio alla Lupa. Secondo quanto riportato dagli addetti ai lavori vicini all’ambiente giallorosso, a cominciare dai colleghi di Sportmediaset, Totti sarebbe molto deluso per via del fatto di aver ricevuto un incarico di poco peso, ed inoltre, di essere stato escluso dalle decisioni principali della società.
PERCHÈ TOTTI LASCIA LA ROMA? ECCO COSA POTREBBE SVELARE IN CONFERENZA STAMPA…
Fra i motivi dell’addio vi sarebbe anche la recente separazione di Daniele De Rossi, il cui saluto è stato a dir poco brusco e inatteso (alla luce anche dei retroscena emersi), passando per il divorzio dall’ex direttore sportivo Ricky Massara, prossimo a divenire il nuovo ds del Milan, fino alla scelta del nuovo allenatore, quel Paulo Fonseca che forse Totti avrebbe lasciato in Ucraina per puntare su un tecnico più navigato come Antonio Conte, Erik Ten Hag o Gian Piero Gasperini. Stando a quanto si evince dalla dirigenza però, le cose sarebbero andate ben diversamente, come aveva fatto capire pochi giorni il presidente James Pallotta: «Senza alcun dubbio ci piacerebbe vedere Francesco come una parte fondamentale del nostro futuro». Il patron aveva anche fatto chiarezza sulla presunta riunione di Londra dove l’ex 10 non sarebbe stato invitato: «è stato assolutamente invitato – ha smentito i rumors – alla riunione di Londra».
LO SFOGO DI FRANCESCO TOTTI IN CONFERENZA STAMPA
I vertici gli hanno offerto il ruolo di direttore tecnico, ma secondo quanto riferisce il Corriere dello Sport, Francesco Totti sarebbe amareggiato perché si sente un peso in casa sua, una figura ingombrante a cui dare un ruolo solo per la sua storia nel club, ma non da prendere troppo in considerazione. Di questo ne avrebbe parlato al telefono con il Ceo Guido Fienga, lo stesso tra l’altro con cui si era sfogato De Rossi nei giorni precedenti il divorzio. Il presidente del Comitato olimpico nazionale italiano, Giovanni Malagò, ha lasciato le porte aperte: «Se Totti vuole fare una conferenza al Coni, nessuno può impedirglielo, noi siamo disponibili». Lunedì la conferenza stmapa poi Totti sarà per la prima volta assente al raduno e al ritiro dal 1992.