La fine del matrimonio tra Ilary Blasi e Francesco Totti, ventilata da mesi, è diventata realtà. E se all’inizio a prevalere è stato lo stupore per una storia che trova risonanza in tutti noi, quasi fosse il paradigma di un’antica promessa d’amore che ci è stata fatta, adesso che lo stupore è stato superato dal disincanto quello che rimane è in fondo un’ultima amarezza. Un’amarezza che trova il suo fondamento nella consapevolezza che ci sono dolori in un matrimonio che sembrano impossibili da superare. Dolori che portano il nome del tradimento, delle parole non dette o di quelle che feriscono in modo profondo e grave, dolori che a volte muovono da segreti non detti, da lutti non superati, da paure nascoste dalla solita routine.
Non sappiamo quali di questi dolori abbia messo a dura prova il matrimonio più pop dell’Italia di inizio XXI secolo, ma sappiamo che questo dolore ha vinto. Che la possibilità di ricominciare è sembrata troppo piccola rispetto al male avvertito e sopportato in un amore su cui i due sicuramente avevano puntato tanto, ma che in fondo non ha resistito all’urto della storia.
L’amore è così: non è qualcosa che sta fermo, ma cambia continuamente, non solo con il procedere dell’età, ma soprattutto con i piccoli e i grandi drammi dell’esistenza. Amarsi non è un sentimento, ma un giudizio che ha sempre bisogno di essere riconquistato, ritrovato, scelto. Quando ci si sposa, in fondo, ci si trova per mettere insieme un’illusione, l’illusione che tutto rimanga com’è. È la vita che s’incarica di mandare in frantumi quell’illusione, facendo affiorare la necessità di un cammino, di una strada per tutti.
Francesco Totti e Ilary hanno sperimentato il dono dei figli, e in quel dono si sono rafforzati, ma qualcosa ha interrotto il loro percorso, qualcosa ha interrotto il loro desiderio. Quando l’illusione va in frantumi ognuno si ritrova in un frammento. I frammenti non si possono ricomporre, ma solo accettare per andare avanti e costruire qualcosa che via via, anno dopo anno, diventi sempre più autentico, sempre più vero.
Eppure, nonostante tutto, “una vita sola non può bastare per dimenticare quanto si può amare” cantava Laura Pausini. E così sarà per Francesco Totti e Ilary. Adesso prevale il risentimento, la fatica di comporre in un quadro sensato ciò che sensato non è e che si ritrova ad essere un evento pubblico, un “fatto di Stato”. Ma dopo, quando il vento avrà depositato le scorie del dolore, tornerà il tempo della gratitudine, del riconoscimento, dell’affetto. Passeranno storie e compagni ma in fondo il matrimonio non finisce. E uno, quando meno se lo aspetta, se lo ritrova davanti, vivo e vero.
Ad Ilary e Francesco Totti auguriamo questo, che l’amore che oggi sembra sparire per sempre torni a bussare alla loro porta non come un ricordo lontano, non come una favola perfetta, ma come qualcosa di eccezionale che colpisce, incuriosisce e che – alla fine – è, a dispetto di tutto e di tutti, per sempre. Perfino più forte della fama, perfino più forte della Curva Sud.
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