Una bella e lunga intervista quella rilasciata da Francesco Totti ai microfoni del tabloid inglese The Guardian. Parole per certi versi nostalgiche quelle rilasciate dal Pupone che in un passaggio ha spiegato: “Il calcio ai miei tempi era fatto di passione, ora è solo business”. Ma in ogni caso l’ex numero dieci della Roma, non ha rimpianti: “Stare seduto qui a pensare ai rimpianti – avrei potuto fare questo, avrei potuto fare quello – non è da me. Ho fatto il massimo che ho potuto e ho preso tutto quello che c’era da prendere. Io ho iniziato a giocare in tempi diversi, in un calcio diverso, fatto di passione e di affetto verso i tifosi. La città dove nasci è sempre la più bella, è naturale per tutti. Però Roma per me è davvero la città più bella del mondo”.
Dichiarazioni che probabilmente alludono a un interesse concreto di Real Madrid e Milan nel corso della sua carriera: “Giocare nella squadra che ho sempre tifato? È stato più facile per me fare questa scelta. Alla proposta del Real ci ho pensato, ci sono stati dei giorni in cui ero con una scarpa in Spagna e con l’altra a Roma. Poi, come ho detto spesso e in tutta onestà, la scelta di rimanere a casa è stata fatta col cuore. Il Milan è stato l’unico club in cui ho fantasticato di giocare. Ma le decisioni sono sempre state prese da me, con la mia stessa testa. Anche se la tua famiglia poi ti dà dei consigli. Ma alla fine ero così giovane, sapevo di avere tempo”.
FRANCESCO TOTTI: “IL MONDIALE? MEGLIO LO SCUDETTO DEL 2001”
In ogni caso “venticinque anni nella stessa squadra non sono di poco conto: diventare capitano, diventare uno dei più importanti giocatori, devi essere sempre all’altezza”. Un addio doloroso quello di Totti al calcio: “Non vorresti mai fermarti. Onestamente non l’ho presa bene all’inizio, ma lentamente ho ragionato che forse, in fondo, era la cosa giusta”.
Totti ha analizzato anche i trofei ottenuti in carriera, e nonostante lo straordinario mondiale del 2006, il Pupone ha nel cuore il tricolore con i giallorossi: “Il Mondiale è la massima vetta per ogni calciatore, ma io credo che questo valga per quei calciatori che ogni anno vincono, tipo quelli della Juventus, piuttosto che per quelli che vincono poco o niente. Per me la cosa più bella vinta in carriera è stata lo scudetto del 2001”. L’ex campione del mondo ha quindi chiuso l’intervista sul suo lavoro attuale, quello di talent scout: “Il mio principale obiettivo adesso è quello di trovare giocatori talentuosi e promettenti. Ci proverò con tutto quello che ho per fare bene”.