TOUR DE FRANCE 2024, L’ACCADUTO ALLA NONA TAPPA
Il botta e risposta al Tour de France 2024 non è solo sulle strade francesi, ma anche ai microfoni. Nella nona tappa di domenica 7 luglio, andata in scena a Troyes sullo sterrato, a 75 km dalla fine Evenepoel ha deciso di staccare tutti e portarsi in solitaria, raggiunto però subito prima da Pogacar e poi da Vingegaard.
Questa mossa ha stupito tutti, più che altro per via degli oltre 70 km alla conclusione di una tappa molto difficile, tant’è che la maggior parte degli addetti ai lavori si aspettava una gara molto tranquilla per gli uomini di classifica, correndo meno rischi possibili per non incappare in situazione controproducenti.
TOUR DE FRANCE 2024, BOTTA E RISPOSTA TRA I TRE CICLISTI
A quanto pare la nona tappa del Tour de France 2024 se l’aspettavano diversa sia Evenepoel che Pogacar. Il campione belga ha rilasciato dichiarazioni forti su Vingegaard: “Dobbiamo accettare le tattiche e le situazioni di gara, ma a volte hai bisogno delle palle per correre. Purtroppo Jonas non le ha avute”.
Anche Pogacar non si è tirato indietro: “La Visma seguiva solo me senza pensare a Roglic o Evenepoel. Vingegaard? Penso abbia paura di me altrimenti avrebbe collaborato quando siamo andati via”. La replica di Vingegaard non si è fatta attendere, soprattutto circa le critiche ricevute da Evenepoel: “Attributi? Ho corso con intelligenza. Se vaio via con loro e mi staccano sullo sterrato, ho perso già il Tour”
TOUR DE FRANCE 2024, CHI HA RAGIONE?
Sono già volati gli stracci al Tour de France 2024. Pogacar ed Evenepoel, soprattutto il secondo, hanno criticato la tattica della Visma e l’approccio alla gara di Vingegaard. Sui social sono già partiti gli schieramenti pro e contro Jonas: c’è chi chiede più spettacolo e chi ragiona in maniera più pragmatica, premiando la scelta di Vingegaard.
Dire chi ha ragione è praticamente impossibile dato che solo le strade sono in grado di rivelarci la verità, però una cosa sarebbe da dire. O meglio, una tiratina di orecchie a Remco Evenepoel: come si può definire “senza palle” un ciclista che fino a qualche settimana fa usciva dall’ospedale dopo 12 giorni per una frattura allo sterno, un polmone collassato e pneumotorace?
Ci riferiamo naturalmente alla brutta caduta del danese al Giro dei Paesi Baschi che ha lasciato tutti sul fiato sospeso, prima naturalmente per le condizioni del ragazzo e poi “sportivamente” per l’eventuale partecipazione o meno al Tour de France 2024. Insomma, prima di fare delle dichiarazioni del genere bisognerebbe analizzare tutta la situazione.
Mettendo da parte il grave infortunio di Vingegaard e ammesso e concesso che il danese stesse al top della forma, una domanda giunge spontanea: che senso per l’uomo della Visma attaccare sullo sterrato solamente alla nona tappa quando ancora si devono disputare i Pirenei e altre tappe dove ha più senso applicare una tattica più offensiva? Ai posteri l’ardua sentenza