Hamas, Hezbollah e Houthi hanno subìto colpi pesanti, ma non sono stati distrutti. Israele risponde ai loro attacchi, scatenando, per esempio, come è successo nelle ultime ore, cento caccia contro 120 obiettivi nemici in Libano, ma pensa sempre all’Iran. Alla fine, osserva Vincenzo Giallongo, generale dei carabinieri in congedo con all’attivo missioni in Iraq, Albania, Kuwait e Kosovo, probabilmente quando avrà inflitto danni sufficienti ai proxy, si occuperà direttamente di Teheran e del suo programma nucleare.



L’attacco tanto atteso di Israele potrebbe essere preparato a lungo per colpire duramente e impedire che gli iraniani abbiano ordigni nucleari. Questo interessa a Netanyahu: mantenere la superiorità nell’area garantita dal fatto che non ci sono altri Paesi che hanno armi più potenti di quelle dell’esercito di Tel Aviv.



Gli israeliani dicono di aver sventato un attacco missilistico da parte di Hamas in occasione del 7 ottobre. Vuol dire che l’organizzazione palestinese ha ancora comunque la forza di realizzare qualche azione militare?

Hanno ancora tanto a disposizione. In questi anni tutti i gruppi filoiraniani non hanno fatto altro che accatastare armi. Sicuramente Hamas, dopo il 7 ottobre, avrà programmato di tenersi una scorta di missili per una serie di attentati da mettere a segno nel tempo.

Vale anche per gli Hezbollah?

Sì. Loro hanno la comodità di ricevere velocemente armi dall’Iran. Fino a che non arrivano in Libano, non vengono intercettate da Israele. Hanno veramente fatto incetta di materiale bellico, non per mesi ma per anni.



Proprio mentre si ricordava l’attacco di Hamas dell’anno scorso, anche dallo Yemen è stato lanciato un missile destinato a Tel Aviv. È la conferma che proprio tutti i proxy dell’Iran hanno ancora risorse da utilizzare contro Israele?

L’Iran è stato fornitore del materiale per tutti loro, anche in preparazione di questa situazione. Ecco perché Israele non vuole aprire tre fronti in contemporanea, per non trovarsi addosso razzi provenienti da luoghi diversi. È vero che Iron Dome è un ottimo sistema difensivo, ma non può fare miracoli.

Quando allora sentiamo che l’ala militare di Hamas è stata distrutta o che Hezbollah è in ginocchio, ci dobbiamo credere fino a un certo punto?

Quando gli israeliani dicono che hanno eliminato Hamas, in realtà rimangono sempre delle cellule terroristiche. Hamas ormai è quasi sicuramente destabilizzata, può essere protagonista di altri attacchi, ma sono residuali. Bisogna pensare, invece, a Hezbollah, che ha moltissime armi. Ecco perché Israele ha in programma di entrare in Libano, per bombardare le postazioni in cui vengono conservate le armi.

Il fatto che Hamas, Hezbollah e Houthi abbiano ancora armi da utilizzare incide sulla volontà di Israele di colpire l’Iran che li rifornisce? Vuole dare una lezione a Teheran anche per questo?

Continuo a pensare che Israele, per la sua stessa sopravvivenza, quando avrà risolto i suoi problemi con Hezbollah, si rivolgerà all’Iran. La reazione con Teheran non è ancora arrivata perché vuole fare qualcosa di mirato e di molto serio. Non sappiamo quali indicazioni abbia avuto l’IDF dai servizi segreti, ma se colpiranno sarà per fare male davvero. Il giorno in cui decideranno un’azione nei confronti dell’Iran sarà molto dura. La devono fare anche perché i proxy sono ancora in vita e, per la sopravvivenza di Israele, non vogliono dare all’Iran la possibilità di costruire la bomba atomica.

Si parla di possibili rappresaglie anche sui siti petroliferi; invece gli obiettivi saranno militari?

Anche i siti petroliferi sono comunque “militari”, perché da lì arrivano gli introiti per sostenere le spese militari. Tutto ciò che riguarda il denaro riguarda anche l’aspetto militare. Colpire le piattaforme petrolifere vuol dire impoverire l’Iran, metterlo in ginocchio dal punto di vista economico. Gli obiettivi militari, insomma, spesso coincidono con quelli economici. Sono convinto che gli israeliani attaccheranno siti che hanno a che fare con il programma nucleare, non per niente Biden per ben due volte ha chiesto di non metterli tra gli obiettivi. Vuol dire che è la prima cosa che gli israeliani hanno pensato.

Israele vuole mantenere soprattutto la superiorità nucleare sull’Iran?

Per questo vuole impedire che l’Iran abbia la bomba nucleare. La ritorsione israeliana non la vedo imminente proprio perché Tel Aviv deve prepararla bene: gli israeliani, invece, si stanno preparando a un massiccio attacco in Libano, dove hanno conquistato 5 chilometri di territorio: si sono fatti questa striscia di sicurezza che garantisce anche una buona base d’attacco. Lì hanno trovato diversi tunnel e andranno avanti con un’operazione di terra per individuarne altri. Non ci vorrà poco, perché Hezbollah è un gruppo molto più preparato di Hamas.

(Paolo Rossetti)

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