Tracy Eboigbodin ed il suo sogno dopo MasterChef 2022
Tracy Eboigbodin a soli 28 anni ha alle spalle una vita per nulla semplice. Era il 2006 quando lasciava la Nigeria per arrivare con la famiglia a Verona e da allora ha sempre cercato di integrarsi ma soprattutto di dare sfogo alla sua passione per la cucina. Proprio questa l’ha portata a partecipare e vincere MasterChef 2022. Oggi la sua vita è molto più frenetica: “Non faccio più la cameriera come negli ultimi 14 anni, ma sono rimasta la stessa ragazza di prima”, dice in una intervista a Libero. Grazie al talent culinario si è portata a casa il premio da 100 mila euro in gettoni d’oro ma in merito ha confidato: “L’ultima cosa che mi immaginavo era vincerli, quindi sono ancora tutti lì. Ora voglio solo lavorare, fare esperienza migliorare le mie abilità in cucina. Quando sarà il momento torneranno utili”.
Tracy sogna di realizzare un ‘home restaurant’ e per questo avrebbe bisogno di una casa con terrazza e giardino nei quali accogliere un paio di tavoli ed al massimo 20 commensali: “Cucinare per gli altri è una forma d’amore, condividere il cibo è una forma di conoscenza”, dice. Un sogno che la Eboigbodin non esclude di voler realizzare nella sua Verona, dove vive da ben 16 anni.
Tracy Eboigbodin: dal passato in Nigeria al Reddito di Cittadinanza
La vittoria a MasterChef 2022 Tracy Eboigbodin l’ha dedicata alle donne: “Sì, le ho invitate a tirare fuori la tigre che c’è in ognuna di loro. Nella mia esistenza spesso mi sono sentita a disagio, ma ho fatto prevalere la grinta”, ha spiegato a Libero. La sua partecipazione è stata oggetto di polemiche, tra chi ha ritenuto che l’abbiano fatta vincere per ipocrisia e chi sosteneva che neppure avrebbe dovuto partecipare perché ‘non italiana’. Tracy tuttavia era pronta alle critiche ed in merito ha replicato: “Per vincere MasterChef non basta arrivare dall’altra parte del mondo”. Quel che è servito nel suo caso è stato un perfetto mix di talento, grinta , tecnica e passione. Da quando è in Italia ha ammesso di non aver mai ricevuto bullismo o discriminazioni legate al colore della sua pelle.
A differenza di gran parte del popolo africano, Tracy Eboigbodin ha ammesso di aver sempre creduto nella scienza e nella medicina: “Da piccola mi additavano come una bambina malefica alla mercé del diavolo solo perché mia madre insegnante aveva scelto un’altra strada che era quella dell’ospedale e non dello sciamano”. Una volta in Italia allo studio ha unito il lavoro ed a tal proposito ha spiegato di non aver mai chiesto il Reddito di cittadinanza: “Mai pensato”, ha ammesso, “Ho lavorato, lavoro e continuerò a farlo finché potrò”. Nonostante gli anni di stop a causa del Covid ha deciso di non accontentarsi della soluzione più semplice, così come sua madre. Anche lei ha riconosciuto come la pandemia sia stata un grosso problema soprattutto nel campo della ristorazione. Ed ha spiegato l’assenza di personale: “Se non hai una passione immensa per quello che fai, è normale che fai la scelta di comodo”. Dallo scorso anno ha iniziato la pratica per diventare cittadina italiana ma a causa di alcuni problemi burocratici tutto si è bloccato: “Oggi forse non ne ho neppure più voglia. Ci vogliono almeno 2 anni ma se ti perdono anche quello che consegni e devi ricominciare tutto daccapo perdi l’entusiasmo. Per me è una delusione, non voglio vantarmi ma mi ritengo una cittadina modello: rispetto le regole, pago le tasse, parlo un italiano discreto e non sbaglio neppure i congiuntivi”, ha chiosato.