Sta prendendo sempre più piede in questi ultimi mesi il trend delle cosiddette “tradwife”, ovvero, le mamme che stanno a casa, evoluzione delle fidanzate che non escono dalle mura domestiche. Tradwife, come spiega La Stampa, sta per traditional wife, moglie tradizionale, e si tratta di giovani mamme con una decina di migliaia di follower, sempre con trucco e parrucco perfetto anche quando impastano il pane, e mai provocanti o volgari. Pubblicano contenuti come ad esempio «sei trucchi per conquistare un uomo che si prenderà cura di te» e raccomandano di cucinare con gioia per la famiglia e di farlo vestite bene.



«È un movimento che è in parte estetico e in parte ideologico, che incoraggia le donne ad abbracciare caratteristiche apparentemente femminili come la castità e la sottomissione e a barattare l’emancipazione femminista con una visione patriarcale delle norme di genere», raccontano i ricercatori del Political Research Associates, che al movimento delle tradwife hanno dedicato un saggio. Spesso chi si definisce “tradwife” è una donna cristiana fondamentalista che crede che non dovrebbe lavorare ne avere diritto di voto ma semplicemente sottomettersi al marito e vivere una felice vita da casalinga, si legge ancora su La Stampa.



TRADWIFE E LA CURA DEI FIGLI: MARITI NON PERVENUTI

Una delle bandiere di questa categoria, che è nata attorno alle elezioni del 2016, è la cura dei figli, per cui i padri non sono pervenuti se non nelle foto di famiglia. Avere una baby sitter è vietato visto che da mattina a sera i figli stanno a casa con la madre in quanto la casa è il posto più cool e dove sono più felici.

«Non solo questa ideologia sta diventando sempre più diffusa tra il pubblico femminile più giovane e di destra, ma si sta anche integrando nella cultura Internet della generazione Z, assumendo tendenze culturali attuali, opinioni politiche e concetti di genere – spiegano ancora i ricercatori del Political Research Associates -. La “tradwifery” è un movimento complicato, intrappolato in una storia difficile di religiosità patriarcale, razzismo e misoginia, ma le aspiranti “tradwife” lavorano per semplificarlo e far passare l’ideologia in divertenti video musicali, facilmente digeribili dai loro follower».