La storia del ragazzino che vuole cambiare sesso, presentata dalle Iene lo scorso novembre, arriva ad un importante punto di svolta: come riporta il Corriere della Sera, i genitore dell’adolescente (oggi 13enne) hanno chiesto ufficialmente al Tribunale di Ravenna il cambio del nome del figlio – «Mi sono sentita femmina da quando sono nata» aveva raccontato l’allora 12enne al programma di Italia 1 – ma soprattutto l’intervento chirurgico per l’effettivo cambio di genere (da effettuarsi però dopo il compimento della maggiore età). Si tratta formalmente di un ricorso quello presentato dai genitori perciò ora l’attesa è tutta per la decisione del giudice incaricato, tenuto conto che già il pm Cristina D’Aniello ha espresso parere favorevole dopo la richiesta della procura di Ravenna. «Mi prendevano in giro, mi chiamavano frocio, ma credo che siano i bulli ad avere un problema. Noi sappiamo cosa siamo e cosa vogliamo», raccontava ancora il ragazzino che si fa chiamare Greta, con l’assenso dei genitori. La scelta ora è quella di intraprendere definitivamente l’iter per il cambio di genere, con il minore che racconta ancora «il mio corpo non è sbagliato, è un corpo che riuscirò ad adattare a ciò che sento».



CAMBIO DI GENERE A 13 ANNI: MAMMA E PAPÀ SPINGONO

Al Corriere la madre di Greta spiega che fin da quando aveva 3-4 anni suo figlio si comportava da femmina: «per molto tempo non abbiamo dato troppo peso alla cosa. In particolare all’inizio ci sembrava un comportamento infantile come altri. Poi con il passaggio all’adolescenza per lei è si è arrivato il periodo della consapevolezza. Greta è consapevole di essere donna». Dopo il lungo iter familiare di “contrasto” per quello che i genitori non “comprendevano” di quegli atteggiamenti oggi, spiega ancora la mamma Cinzia, dice di aver compreso tutto e di appoggiare in toto la volontà del 13enne: «è stata una liberazione per noi. Finalmente abbiamo capito. E abbiamo capito che la questione è ben definita. Siamo al suo fianco e la proteggiamo anche dall’indifferenza e a volte dalla cattiveria degli altri. Ora Greta sa che ci sono tante altre adolescenti con la sua stessa consapevolezza. Parlarne con noi e quindi essere compresa è stata la sua salvezza. Ci ha confidato che se non fosse riuscita a farsi capire da noi le cose si sarebbero messe molto male per lei».

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