Era una bimba, poi da adolescente si sentiva ragazzo e si è fatta operare: oggi Keira Bell ha 23 anni ma si sente “di nuovo” femmina e arriva a citare per danni la clinica che ha operato la sua transizione di genere. La storia arriva da Manchester con l’intervista a “This Morning” su ITV della giovanissima esperta di informatica che sta facendo discutere mezza Inghilterra: una 16enne che si sentiva diversa e imprigionata nel suo corpo di donna tanto da contattare una clinica del Gids (Gender identity development service), ovvero il servizio di sviluppo dell’identità di genere della fondazione Tavistock&Portman (di fatto l’unica clinica Uk specializzata nel cambio del sesso per i minorenni). Come rivela oggi nel racconto su La Verità la collega Caterina Belloni, per Keira il percorso per diventare uomo dura in pratica 4 anni: a 17 anni l’assunzione di farmaci per “bloccare” la pubertà e “curare” la sua disforia di genere, poi a 20 la doppia mastectomia per rimuovere i seni e divenire a tutti gli effetti un maschio. Il problema è che ora Keira si (ri)sente donna ed esplode la polemica: in pratica la ragazza denuncia la clinica iper famosa in Regno Unito per non averla aiutata a dovere nel capire a cosa andasse in contro con il divenire trans, ma soprattutto critica il fatto che un minorenne possa essere ritenuto consapevole di quella scelta.



IL CASO-LIMITE DELLA GIURISPRUDENZA

Secondo Keira Bell non è possibile che un ragazzino o una ragazzina, da soli, possano essere ritenuti in grado di cambiare genere e sopportare tutto il peso anche fisico – oltre che psicologico – di un evento così spiazzante: «spesso i ragazzini diagnosticati con una disforia di genere, stanno vivendo condizioni di ansia e depressione che riducono al lumicino la loro capacità di discernimento», riporta giustamente l’articolo de la Verità sulla complessa storia in arrivo Oltremanica. L’Alta Corte di Londra da giorni sta affrontando il caso giudiziario-etico che potrebbe avere evidente ripercussioni sia nell’uno che nell’altro caso della sentenza in via di definizione: la difesa della Bell chiede di rendere obbligatori più accertamenti clinici e anche valutazioni legali e psicologiche prima di intraprendere il percorso del cambio genere. Keira vuole evitare che altri come lei possano fare lo stesso traumatico percorso di vita e così si è rivolta alla massima corte giudiziaria inglese: «ho la voce bassa, devo battagliere contro i peli sul volto, difficilmente potrò concepire dei figli», ha raccontato in lacrime al programma mattutino della tv inglese. «Gli allievi siano liberi di esprimere la propria sessualità attraverso abiti e giochi, senza che professori e presidi si prendano la briga di intervenire», ha ripetuto giusto pochi giorni fa il Ministro per le Pari opportunità Lizz Truss, parole ora entrate nel ‘calderone’mediatico dopo l’incredibile e triste storia di Keira Bell.

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