Sono centinaia le donne trans in fuga dall’Ucraina ma respinte al confine. Questa la denuncia delle principali associazioni ai microfoni della Bbc: le transgender non possono lasciare il Paese e, dunque, non possono mettersi in salvo dalle bombe. Il motivo? I passaporti riportano ancora il loro nome e genere maschili, nonostante il cambio di sesso.



Un vero e proprio calvario quello affrontato dalle donne trans, che devono rispondere alla legge marziale: in base alla normativa vigente in Ucraina, i cittadini maschi dai 18 ai 60 anni non possono trasferirsi all’estero. C’è l’obbligo di imbracciare le armi e difendere la patria, in altri termini. Come evidenziato da Agi, nel Paese di Zelensky il cambio di genere e del nome sul passaporto richiede un lungo processo, con tanto di valutazioni psichiatriche. Anche per questo motivo, diverse persone hanno deciso di non andare fino in fondo con la burocrazia.



Trans in fuga dall’Ucraina respinte al confine

Le associazioni di beneficenza trans dell’Ucraina hanno confermato ai microfoni della Bbc che il 90% delle donne transgender non è riuscito a lasciare il Paese. The Guardian ha raccontato la storia di una di loro, Judis: dieci giorni fa ha provato a lasciare l’Ucraina, destinazione Polonia, ma dopo un “lungo e umiliante” controllo, le è stato negato l’accesso. Nonostante lo status legale, diverse donne trans sono state maltrattate e respinte ai confini. Il timore principale è legato alle possibili ripercussioni future, considerando il regime transfobico della Russia. “La legge marziale tecnicamente si applica anche alle persone trans, inclusi uomini trans certificati e donne trans che non hanno aggiornato i documenti. Ma sembra che le guardie di frontiera stiano impedendo anche alle persone trans con certificato valido di lasciare l’Ucraina e nessuno sa il perché”, la denuncia di Olena Shevchenko, attivista per i diritti umani e presidente di Insight, organizzazione LGBTQ+.

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