IL FOLLE PROGETTO DEL CHIRURGO SERBO DJORDJEVIC: “TRANS AVRANNO FIGLI”

«I trans potranno avere figli»: si dice certo il chirurgo-star che dalla Serbia ogni giorno opera centinaia di persone con le tecniche innovative del cambio di sesso. Si chiama Miroslav Djordjevic, ha 57 anni e opera a Belgrado, è di fatto uno dei massimi esperti mondiali nel settore e riceve pazienti provenienti da ogni parte del mondo: sia da dove i trans sono banditi per legge e sia da dove, ad esempio in Italia, le liste di attesa sono molto lunghe. Intervistato da “La Stampa”, il professor Djordjevic finisce il suo studio «un’isola dei diritti umani»: cambiare sesso però non è più l’unica frontiera inseguita dal chirurgo serbo, ora la sfida è legata alla possibilità di “modificare” la natura stessa del processo di nascita.



«Le donne trans potranno avere figli. Saremo i primi. I diritti non si possono fermare»: il suo annuncio viene salutato con una certa positività dal quotidiano “liberal” italiano, illustrando la figura di Djordjevic come un paladino dei diritti LGBTQ+. Il sogno mai del tutto nascosto da parte delle sigle arcobaleno ora, in un futuro non molto lontano, potrebbe divenire realtà: la possibilità per chi è nato uomo di poter rimanere incinta. Il “come” e il “quando” fanno però rabbrividire, pur sospendendo un attimo la diatriba politico-ideologica tra pro/anti LGBTQ+.



MIROSLAV DJODJEVIC: “ECCO COME FARÒ PARTORIRE CHI ERA UOMO”. DA CHIRURGO A “CREATORE”…

«Oggi è possibile eseguire con successo il trapianto di un utero o di un pene», spiega ancora a “La Stampa” il chirurgo Djordjevic in merito alla possibilità di condurre gravidanze per i trans, «Ma la mia sfida più grande è arrivare al punto in cui un paziente uomo diventato donna sarà in grado di concepire e partorire un bambino, dopo l’impianto di utero e ovaie. Vogliamo essere noi i primi al mondo». Il chirurgo parla poi di “attenzione allo spreco”, arrivando a paragonare quasi il corpo umano al “riciclo” dei rifiuti: Djordjevic a “La Stampa” racconta di voler creare un database mondiale dei potenziali “candidati” al cambio di sesso. Il motivo? Presto che semplice: «Si stima che un uomo ogni 30 mila non si senta a proprio agio nel proprio corpo, così come una donna ogni 100 mila». In questo modo, con una base di dati, il chirurgo serbo prevede di riuscire a recuperare tutti o quasi gli organi rimossi sani – peni, vagine, uteri e ovaie – e, incrociando le prenotazioni, «di trapiantarli su altri pazienti»



Più che un dottore, un chirurgo con sogni da “creatore”, con il delirio di onnipotenza in stile Dr Frankestein: non solo il sogno di rendere il mondo sempre più “transgender friendly”, ma anche quello di arrivare a comporre ciò che in natura non esiste, come uomini che possono rimanere incinta. Il tutto arrivando a “mixare” pezzi di corpo manco fossimo in un film distopico di fantascienza. Mentre Djordjevic esplica il suo progetto, racconta di star operando un ragazzo di nome Fabian per renderlo donna: il professore creerà un clitoride usando un lembo del glande e inoltre userà lo scroto per dare la forma alle labbra della nuova vulva. Racconta così al giornalista de “La Stampa” «Il bello è che questo clitoride sarà completamente sensibile! Nel novanta per cento dei casi, i miei
pazienti riescono ad avere una vita sessuale normale e a raggiungere l’orgasmo». I diritti “non si possono fermare”, in quanto «è solo questione di tempo. Né chiese, né governi possono arginare una pulsione naturale». I diritti non si fermano, ok: ma la realtà?