Negli ultimi sei anni sono triplicati gli americani che si definiscono transgender o “non binari”, per l’esattezza l’1.6 per cento della popolazione totale e il 5 per cento se si prende in considerazione solo gli under 30. Questo quanto riporta il Corriere della Sera citando un sondaggio del Pew Research Center, quello che di fatto è il più importante centro di ricerca americano sui temi dell’identità personale, religiosa e politica. Più di 10mila le persone intervistate, e dalle risposte è emerso che gli under 30 hanno maggiori possibilità di essere trans o non binari rispetto agli adulti e ai più anziani. Come detto sopra, il 5 per cento delle persone fra i 18 e i 30 anni è trans o non binario, e di questi, il 2 per cento si identifica come un uomo o una donna trans, mentre il 3 per cento non binario. Nel sondaggio si specifica che con il termine non binario si intendono le persone che non si identificano né come uomini né come donne o che non sono strettamente l’uno o l’altro. Per transgender, invece, si intendono tutte le persone che non si riconoscono nel loro sesso biologico, ma anche coloro che lo mantengono pur assumendo un genere opposto, ovvero, coloro che “cambiano sesso”.



Them, sito americano specializzato in questi temi, commenta che: «il dato secondo cui l’1,6% della popolazione si identifica come trans o non binario è estremamente significativo. Sebbene possa sembrare un numero esiguo, è tre volte superiore alla stima della popolazione trans fatta dal Williams Institute nel 2016, quando i ricercatori avevano stabilito che circa lo 0,6% di tutti gli adulti statunitensi si identificava come trans. Allo stesso modo, quel rapporto ha rilevato che solo lo 0,7% degli adulti tra i 18 e i 24 anni si identificava come trans, mentre il rapporto del Pew Research Center ha rilevato che il 3,1% degli adulti di età inferiore ai 25 anni erano uomini o donne trans». A cosa si deve questo forte aumento? In primis alla riduzione dei pregiudizi negativi nei loro confronti, ma anche ad una maggiore visibilità. «Negli ultimi anni — spiega il centro che ha effettuato la ricerca —, le persone transgender e non binarie hanno acquisito visibilità negli Stati Uniti, in quanto molte celebrità, da Laverne Cox a Caitlyn Jenner a Elliot Page, hanno parlato apertamente delle loro transizioni di genere. Il 30 marzo 2022, la Casa Bianca ha emesso un proclama che riconosce la Giornata della visibilità transgender, la prima volta che un presidente degli Stati Uniti lo fa».



TRANSGENDER E NON BINARI USA: “FIN DA PICCOLI AVEVANO CAPITO DI ESSERE DIVERSI”

Il Pew Reserarch Center poi specifica: «La maggior parte dei partecipanti al focus group ha detto di aver capito fin da piccoli (molti già all’asilo o alle elementari) che c’era qualcosa di diverso in loro, anche se non avevano le parole per descrivere cosa fosse. Alcuni hanno descritto la sensazione di essere diversi dagli altri bambini del loro sesso, ma non sapevano esattamente perché. Altri hanno detto che si sentivano come se fossero nel corpo sbagliato. Molti partecipanti hanno raggiunto l’età adulta prima di trovare le parole per descrivere il proprio genere» si legge nella ricerca».



Il Corriere della Sera ricorda infine come uno dei cambiamenti più importanti degli ultimi anni, e che ha permesso di ridurre i pregiudizi verso persone trans, è stato la demedicalizzazione dell’identità transgender: “Fino a pochi anni fa – specifica il quotidiano di via Solferino – l’identità transgender era intesa solo come transessualità, causata dalla disforia di genere, cioè un’incapacità patologica di riconoscersi nelle caratteristiche sessuali del proprio corpo. Oggi è noto che il non identificarsi nel binomio maschile/femminile non è di per sé patologico. E che l’espressione di genere, cioè il modo in cui le persone esprimono il proprio genere, non coincide necessariamente con i caratteri sessuali biologici ed più complessa del binomio maschile/femminile”.