Tanto tuonò che piovve! Nessuna altra affermazione può apparire più adatta per indicare l’ufficialità della nascita di Transizione 5.0, l’incentivo che dovrebbe portare il nostro Paese nell’epoca del green e del digitale. Se ne parla dall’insediamento del Governo Meloni. Venne presentato come l’arrivo della manna dal cielo, ma  i continui stop and go hanno finora solo  provocato un rinvio degli investimenti in tutto il manifatturiero in quanto le aziende hanno aspettato l’operatività dell’incentivo.



Si potrà anche dire che se hai necessità di investire non devi aspettare gli aiuti statali, ma se ti assicurano che uscirà un dispositivo che permetterà  da  marzo 2024 di acquistare con intervento sussidiario del pubblico non ti aspetti che poi la realtà trasformi marzo in agosto. Questo è quanto accaduto. Non dimentichiamo i cinque mesi con comunicazioni continue che davano per pronto, di settimana in settimana, il decreto attuativo e, possibilmente, le linee di precisazione e comportamento.



Ora il decreto c’è, le linee guida non ancora, i tempi di operatività del dispositivo si sono ridotti a poco più di un anno: possiamo festeggiare con parsimonia.

Oltretutto il parto è avvenuto nel periodo di chiusura estiva delle aziende per cui fino a settembre non troverà grandi riscontri. In particolare nelle Pmi che non hanno grandi strutture per rapide progettazioni e organizzazione di tutto quanto previsto dalla legge a livello di oneri documentali per la certificazione ex ante del progetto e il successivo inserimento nella piattaforma creata ad hoc per conteggiare l’avanzamento economico dei crediti. Le aziende dovranno nel frattempo sviluppare un piano di formazione del personale per assicurarsi di avere figure professionali preparate per realizzare gli obiettivi tecnologici fissati con la richiesta di incentivazione: risparmio energetico e digitalizzazione dei processi aziendali.



Tutto ciò dovrà essere misurato tramite confronti con gli attuali consumi aziendali o con quelli di impianti simili. Ma se si trattasse di realizzazioni così innovative da non avere possibilità di paragone? Le linee guida dovranno dare indicazione precisa in merito ai comportamenti da tenere. Questa è una delle richieste che maggiormente le imprese avanzano al Mimit, ossia avere certezze che quanto stanno realizzando sia in linea con le indicazioni di Transizione 5.0.

Data la ristrettezza dei tempi potrebbe essere difficile completare i progetti di investimento entro la data tassativa del 31/12/2025, con effettuazione dell’interconnessione in pochi mesi successivi. Siccome è da ritenere che anche gli altri Paesi che usufruiranno dei fondi del Pnrr saranno in ritardo nell’utilizzo delle risorse, non è il caso che si cominci a chiedere una proroga per il completamento degli investimenti con ordini effettuati entro una data da definire (31/12/2024, per esempio)?

Certamente Transizione 5.0 è importante per consentire alle aziende italiane di adeguarsi ai nuovi standard competitivi, obbliga le imprese a impegnarsi sulla strada delle innovazioni, è un  salto in avanti nel rispetto dell’ambiente, ma deve vedere lo Stato in prima linea per promuoverlo, ma anche per darne indicazioni di applicazioni certe.

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