La sentenza del Tribunale di Potenza, che condanna Eni a una sanzione amministrativa per traffico illecito di rifiuti, ripropone la questione della coesistenza tra produzioni energetiche e salvaguardia dell’ambiente. L’inchiesta, iniziata nel 2016 e che portò al blocco delle attività del Cova (Centro Oli Val d’Agri) per oltre quattro mesi, comportò una criticità complessiva del sistema economico lucano con conseguenti riflessi negativi sul piano occupazionale. Ricordiamo che il Cova genera occupazione per oltre 4.000 addetti, di cui circa 400 diretti, in un’area del Paese estremamente esposta alle difficoltà economiche e con un modello di sviluppo non ancora definito. Il ciclo dell’estrazione e la produzione di gas e petrolio ha infatti un rapporto molto alto tra lavoratori diretti e la rete degli appalti, difficilmente sostituibile sul piano numerico con altre filiere merceologiche e produttive.
La Cisl, nel rispetto sia da quanto espresso dalla sentenza della Magistratura (in attesa anche della conclusione dei successivi gradi di giudizio), sia nella tutela dell’equilibrio ecologico e ambientale, ritiene comunque fondamentale che il “sistema Paese” debba salvaguardare le produzioni energetiche interne a garanzia dell’autonomia nazionale (la Basilicata estrae il 75% del gas naturale onshore sul territorio italiano e il 34% di quello complessivo) e dell’assetto occupazionale e professionale proprio del settore, che esprime eccellenze di alto profilo tecnico (geologi, chimici, biologi, ingegneri) in diversi comparti merceologici.
Non deve esserci contraddizione nella transizione energetica, tra l’estrazione soprattutto del gas naturale (il cui utilizzo sarà fondamentale in questa fase) e la difesa della sostenibilità ambientale.
Il gruppo Eni deve, come ha dichiarato poche settimane fa il suo amministratore Delegato Claudio Descalzi, celermente proseguire nei suoi programmi di diversificazione delle fonti energetiche per favorire lo sviluppo della sostituzione del mix energetico, così come nelle previsioni del New Green Deal europeo e del Pnrr italiano, e, nel caso specifico degli impianti del Cova, potenziare ulteriormente i sistemi di controllo e di verifica dell’ambiente, condividendo con le Istituzioni, con i ministeri della Transizione ecologica, dello Sviluppo economico e le Parti sociali, investimenti integrativi (ciclo dell’idrogeno, del biometano, cattura delle emissioni di Co2) di quelli già previsti sul territorio per valorizzare il lavoro delle migliaia di addetti operanti nel ciclo del Cova e favorirne la prospettiva occupazionale a medio termine.
La Cisl sosterrà, in continuità con quanto già espresso negli anni sul tema della politica energetica, la giusta transizione verso l’utilizzo delle Fonti di energia rinnovabile, rispettando l’equilibrio tra occupazione, professionalità, ambiente e sviluppo locale.
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