Sulla transizione energetica ci sono da affrontare alcune “scomode verità“, che troppo spesso non vengono citate come ad esempio i grandi ostacoli alla produzione di energia rinnovabile e pulita al 100% rappresentati dalla totale dipendenza dalla Cina per quanto riguarda l’approvvigionamento di materie prime e minerali rari, fondamentali sia per la produzione di batterie per auto elettriche che per la costruzione dei pannelli solari.



Due tra i più importanti quotidiani di stampo economico e finanziario, il Financial Times ed il Wall Street Journal, hanno recentemente analizzato la stuazione, evidenziando quali saranno i principali problemi da affrontare, in base ai quali si può chiaramente affermare che “L’occidente non è pronto alla svolta green“, nonostante le rassicurazioni dei vari governi. I fattori che non vengono presi in considerazione infatti sono diversi, e sicuramente non da sottovalutare, oltre alla questione del mercato monopolizzato da Pechino, c’è anche un maggiore inquinamento a livello globale, connesso al fatto che le industrie, per aumentare l’export incrementeranno notevolmente i livelli di emissioni, visto che in Cina ancora la gran parte delle aziende è alimentata a carbone.



Le scomode verità della transizione energetica occidentale

Il disegno di legge voluto dall’IRA, l’Inflaction reduction act in Usa, ha come obiettivo la riduzione dei costi connessi alla transizione energetica, e allo stesso tempo l’eliminazione progressiva della dipendenza da materie prime cinesi. Secondo gli analisti questo costituisce un impossibile traguardo, perchè non è attuabile una produzione di energia verde senza continuare ad importare minerali critici, che vengono estratti grazie alla manodopera a basso costo e al lavoro forzato nelle miniere dove non vengono rispettati i diritti umani.



I pannelli solari in particolare, e altri componenti necessari ai sistemi di rinnovabili sono prodotti grazie ai semiconduttori cinesi, ed attualmente sarebbe impossibile, sia ridurre le importazioni, che aumentare una produzione interna eliminando la Cina dal mercato.  Essere energeticamente indipendenti, costruendo nuove industrie e miniere, sarebbe troppo costoso e con tempi lunghissimi rispetto alle previsioni. Inoltre, l’IRA dovrebbe concedere sovvenzioni miliardarie per almeno due o tre anni.