Il giornalista Maurizio Belpietro ha pubblicato sul quotidiano La Verità una riflessione sulla transizione green fortemente voluta dell’Unione Europea e che causerà, a suo dire, un blackout energetico in tutto il vecchio continente. La riflessione parte, non a caso, proprio dalle nuove imposizioni dell’UE, in particolare su quella che dal 2030 renderà impossibile “vendere e installare una caldaia a gas, che dovrà essere sostituita da una più efficiente e ecologicamente compatibile pompa di calore“.



Tuttavia, come ha fatto notare un lettore in una lettera citata da Belpietro, i limiti della transizione green sembrano ignorare i limiti energetici degli impianti non inquinanti. Nel caso delle pompe di calore, infatti, “il contratto per la fornitura di energia elettrica deve passare da 3 kw, che è quello standard, a 15 kw“, con conseguente aumento degli oneri a carico dei consumatori, e che lascia aperto un dubbio importante: “Dove troviamo l’energia elettrica per alimentare tutte queste pompe di calore”. Ma oltre alle pompe, la transizione green imporrà anche l’uso delle auto elettriche, aumentando ulteriormente la domanda di energia.



I rischi energetici (ignorati) della transizione green

Tornando un attimo indietro per ampliare il ragionamento sulla transizione green, Belpietro riporta che “in Italia, nel 2023, la domanda elettrica è stata di 306 terawattora”. Dando per assodato (con un esercizio di stile) che tutte le 40 milioni di auto italiane diventeranno elettriche, “la domanda elettrica dovrebbe aumentare di un quarto, perché servirebbero altri 80 terawattora“. Con i numeri appare evidente “anche ad un bambino”, che “per alimentare pompe di calore e vetture a batteria, nel prossimo futuro avremo bisogno di un aumento importante della fornitura elettrica”.



Una fatto assodato: la transizione green associata a maggiori consumi energetici; che si accompagna ad un’incertezza: “dove la troviamo tutta questa capacità”. Inoltre, perché la transizione sia completa, anche l’energia prodotta deve essere non inquinante, ma a fronte di quei 306 terawattora, “nel 2023, 255 sono prodotti in Italia” e tra questi “112 arrivano dall’energia rinnovabile“. Servirebbero certezze sulla produzione energetica green per la transizione, ma secondo Belpietro è chiaro che “nessuno dei burocrati di Bruxelles è in grado di immaginare come giungere alle zero emissioni. Stiamo insomma assistendo al suicidio di quella che un tempo era considerato la culla della civiltà e della modernità”, conclude il giornalista, augurandosi un cambiamento rapido “dell’Ue o finiremo in fretta, grazie a una classe dirigente di pazzi”.