La tanto criticata e discussa transizione verso un mondo più green e sostenibile continua a correre in Europa, forte della recente approvazione della normativa per la riduzione dell’impatto ambientale delle case private, un’indagine condotta da Erion e Altroconsumo (citata dal quotidiano La Verità) ha gettato luce su un fatto trascurato, ma non trascurabile: la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. Tecnicamente si parla di Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche), notoriamente difficili da smaltire per evitare che rilascino nell’aria e sul suolo sostanze nocive o inquinanti, e che cresceranno inevitabilmente con man mano che la transizione green procederà verso gli obiettivi posti dalla Commissione.



Un problema che richiederà un qualche tipo di intervento da parte di quella stessa Commissione, perché seppur il caso dell’Italia (tra gli ultimi posti della classifica per il riciclo di rifiuti elettronici) sia limite, si presenterà in modo simile in tutta Europa, con milioni di tonnellate che finiranno in buona parte nelle mani delle cosiddette eco-mafie: le uniche che potrebbero trarre veri benefici dalla transizione green.



L’indagine Erion-Altroconsumo sui rifiuti della transizione green: “Il 30% in mano alle eco-mafie”

Facendo un passo indietro, prima, alla transizione propriamente intesa, ricordiamo che le varie politiche che sono state inserite nel Green Deal una richiederà di intervenire e sostituire (tra le altre cose) anche le caldaie inquinanti, incluse tra i rifiuti Raee. In Italia si contano 19 milioni di impianti che funzionano a gas, dei quali almeno 7 hanno più di 15 anni di vita, e che potrebbero diventare in larghissima parte spazzatura nell’arco di poco meno di vent’anni: supponendo al ribasso che una caldaia pesi circa 500 kg si parlerebbe di almeno 9,5 milioni di tonnellate di spazzatura.



Secondo l’indagine Erion-Altroconsumo a cui si accennava prima, in Italia solamente il 66,3% dei rifiuti elettronici (seguiti grazie ad un segnalatore Gps) vengono smaltiti correttamente, mentre il restante 23,6% esce del sistema ufficiale di smaltimento, finendo in parte nelle mani delle eco-mafie che li rivendono all’estero come parti di ricambio. Ma c’è un ulteriore ma, perché nel solo 2023 (al di fuori della transizione green) in Italia sono state prodotte più di 300mila tonnellate di rifiuti Raee, ai quali da quest’anno si uniranno già gli scarti della politica ambientale e (entro il 2050, secondo un’altra indagine di Enea) ulteriori 78 milioni di tonnellate di pannelli solari esausti. Con una stima al ribasso, e due dati che probabilmente aumenteranno ulteriormente, nella sola Italia le politiche green ‘costeranno’ collateralmente almeno 90 milioni di tonnellate di spazzatura: al 30% smaltita in modo scorretto.