Durante la diretta di Quarta Repubblica è stata presentata un’inchiesta sulla transizione green proposta dell’Europa e che avrebbe, al suo interno, diversi paradossi. I cittadini, infatti, dovranno adeguare le loro abitazioni entro il 2035, portandole almeno alla classe energetica D, con una spesa stimata in Italia di circa 1.564 miliardi per adeguare 8 milioni di abitazioni. Una spesa enorme, di cui non si sa ancora se ci saranno incentivi statali o europei, ma che in larga parte peserà certamente nelle tasche dei comuni cittadini. Tutto necessario, si dice, ma nel frattempo il paradosso della transizione green si consuma tutti i giorni all’interno degli edifici del Parlamento, racconta Quarta Repubblica.
Il paradosso della transizione green: luci accese ed auto inquinanti
Cercando di indagare sul fatto che la transizione green non debba pesare solamente sui cittadini, Quarta Repubblica ha visitato il Parlamento Europeo a Bruxelles. La classe energetica, certificata con un foglio all’ingresso, è la E mentre l’edificio è sprovvisto di pannelli solari, pompe di calore e impianti di cogenerazione. Girando all’interno dell’edificio, però, la situazione che si para davanti al giornalista sembra avere del ridicolo.
Nonostante la millantata transizione green, infatti, nel Parlamento di nota che le aule, seppur deserte ed inutilizzate, siano completamente illuminate, con monitor e schermi accesi, similmente ai corridoi e al ristorante. Salendo nell’ala dell’edificio dedicata ai partiti di sinistra, tra cui i verdi ambientalisti, le luci sono tutte accese, sia nei corridoi che negli uffici, seppur non vi sia nessuno in giro. Nei parcheggi non si trova alcuna colonnina di ricarica per le auto elettriche, mentre non mancano le auto con motore endotermico di grossa cilindrata, le più inquinanti e che verranno colpite dalla transizione green. I consumi energetici del Parlamento, stando al bilancio ufficiale, sono di oltre 42 milioni di euro, il triplo dello scorso anno.
Da Bruxelles a Strasburgo: l’inquinante viaggio dei bauli vuoti
Ma il paradosso più importante della transizione green lo presenta Antonio Rossitto, giornalista di Panorama: “Il parlamento ha due sedi, quella di Bruxelles e quella di Strasburgo che viene raggiunta in massa dai funzionari, dai parlamentari e dai collaboratori, una volta al mese per la sessione plenaria”. I funzionari ogni mese riempiono dei bauli di plastica, che vengono lasciate fuori dagli uffici pronte ad essere ritirati e spediti, su mezzi pesanti. Giuseppe Papalia, assistente dell’eurodeputato della lega Angelo Ciocca, racconta sul paradosso della transizione green che “molti deputati non riempiono il baule”. Il trasporto viene fatto con 8 tir che in coda macinano nella notte 430 km di tragitto (pari alla distanza da Roma a Bari) con un costo di 109 milioni di euro e 19 mila tonnellate di CO2. Sei ore di viaggio per raggiungere la sede usata per 42 giorni all’anno.